Bologna, 6 novembre 2021 - I sogni di camminare e andare a scuola, del piccolo Mustafa al-Nazzal, 5 anni, nato senza arti per colpa di un bombardamento aereo con armi chimiche in Siria, ora potrebbero diventare realtà. Il bambino ritratto in quella foto icona del turco Mehmet Aslan, che ha vinto il Siena International Photo Awards quest’anno, che ha fatto il giro del mondo, che ha commosso tutti, compresa Angelina Jolie, arriverà tra qualche giorno in Italia. Assieme al padre Munzir, che lo abbraccia in quella foto, che è senza una gamba, persa per colpa di una bomba sganciata da un elicottero al mercato della frutta di Maarat. E al fotografo Aslan, i tre protagonisti principali di una storia bella da raccontare, che accende qualche fiammella di speranza in un mondo che ne ha spente troppe.
Mustafa e Munzir, figlio e padre, saranno visitati al centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, un’eccellenza italiana. E per loro sarà prospettato un ’progetto protesico riabilitativo’, come scandiscono tecnicamente dal Centro.
"Siamo rimasti colpiti da quella foto come tutti – dice Simona Amadesi – le speranze ci sono. Li vedremo entrambi e dopo la prima visita, come facciamo per tutti i nostri pazienti, valuteremo il trattamento più idoneo, il tipo più adatto di protesi per padre e figlio, anche in base alla vita che vorrebbero tornare a fare e al contesto in cui vivono. Non siamo indifferenti alla sofferenza, siamo felici, ed è opinione condivisa dal direttore del centro Giorgio Soluri, quando possiamo fare qualcosa affinché le persone tornino a vivere e ad avere una migliore qualità della vita".
Da Budrio a Siena, la città dove un possibile miracolo ha cominciato a prendere forma grazie al tam tam planetario su quella foto. Luca Venturi, ideatore e direttore del Sipa Award, rivela i dettagli dell’’operazione Mustafa’. "Tramite i buoni uffici del dottor Andrea Causarano, già responsabile dell’area medica di Juventus e Roma, abbiamo contattato il centro di Budrio – racconta Venturi – che è famoso al mondo per le protesi. Abbiamo già inviato i documenti di Munzir e Mustafa. E grazie alla raccolta fondi avviata dal Sipa, che ha superato quota 35mila euro, ci sono i soldi sufficienti per ospitare padre e figlio, più il fotografo, in Italia. E ci sono anche donatori privati disposti ad accollarsi i costi degli interventi. Ma l’aspetto economico non è affatto essenziale in questa storia".
Già, non è una questione di soldi ma di tenacia, voglia di rinascita e di dimostrare che una foto e una storia d’amore possono smuovere, oltre che commuovere, il mondo. "Mustafa e Munzir arriveranno insieme per la prima visita a Budrio – continua Venturi –. Il babbo in 20 giorni potrebbe avere la prima protesi, per il piccolo il percorso sarà più lungo. Ospiteremo anche il fotografo Mehmet Aslan, fin dall’inizio è stato il suo scatto a raccontare la storia di Mustafa e Munzir e scuotere le coscienze. Ci sono già contatti con l’ambasciata italiana in Turchia, perché la famiglia al-Nazzal vive a Reyhanli, un centro turco al confine con la Siria. Il rappresentante del Governo ad Ankara, Giacomo Bonaiuto, ha già offerto la massima disponibilità per accelerare l’iter della partenza".
Ci vorranno giorni, forse due settimane per vedere il piccolo Mustafa e suo padre nel bolognese. E per dimostrare, un’altra volta, come è accaduto con Lejla Jasarevic, ferita all’occhio da un cecchino a Sarajevo nel ’95, o con il piccolo Alan Kurdi, morto sulla spiaggia di Bodrum e simbolo della tragedia dei profughi, che una foto può fare la differenza. "Siena e il Photo Award – conclude Luca Venturi – hanno dato un contributo determinante per mettere al centro del mondo la storia di Mustafa, per portare quella foto su tutti i giornali e le tv del pianeta. Vedo tante persone contente dietro questo progetto, è puro e trasmette emozioni positive. Babbo e figlio saranno curati in uno dei migliori centri in Italia. Ci meritiamo tutti un’iniezione di ottimismo".