Il Parmigiano reggiano vola sui mercati internazionali, ma proprio su questo terreno che sta regalando soddisfazioni a produttori e commercianti si teme lo scoglio di nuove misure protezionistiche per ora non certificate, ma che si intravedono all’orizzonte. Timori e preoccupazioni salgono dalla Sicilia, dove si è svolto in questi giorni il G7 di Siracusa dedicato all’agroalimentare. Lì è stato preparato un documento contro il protezionismo e gli ostacoli al libero commercio che potrebbe danneggiare il re dei formaggi in questa fase di mercato virtuoso. Lo ha consegnato ai ministri dell’Agricoltura presenti al G7, Origin l’Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografiche. La voce dei produttori arriva dal Consorzio del Parmigiano reggiano: "In un momento in cui i Paesi del mondo si stanno proteggendo per questioni geo-politiche c’è il rischio che si impongano dazi su prodotti a identificazione geografica come il Parmigiano reggiano. La strada del protezionismo sarebbe un grave errore".
Il barometro del quadro economico in questa fase segna bel tempo. Le vendite di Parmigiano reggiano continuano a crescere in Italia e all’estero, in particolare negli Stati Uniti dove nel primo semestre hanno fatto un balzo del 21,7%. Il dato è stato sottolineato in occasione della XV edizione di Terra Madre - Salone del Gusto, la manifestazione internazionale di Slow Food. Nel primo semestre le vendite sono cresciute anche in Francia (+9,6%), Germania (+15,1%) e Canada (+73,7%) e viaggiano bene anche sul mercato italiano con un più 12,9%. Il 2023 è stato un anno positivo: il giro d’affari sul fronte dei consumatori ha toccato il record di 3,05 miliardi di euro contro i 2,9 miliardi del 2020 con un aumento del 5%. Tra i mercati emergenti a cui i produttori guardano con grande fiducia c’è la Cina e l’Area del Golfo. E gli stranieri sono stupiti quando apprendono che questa Dop è il prodotto integrato di quasi 400 caseifici che, con una formula ancora di fatto artigianale e affidata alla maestria dei casari, trasformano il latte di 250.000 vacche di 3500 allevamenti.
Nel gradimento dei consumatori sta salendo con forza il Parmigiano reggiano di montagna . Già nel 2013, attraverso un regolamento europeo, è stata varata la denominazione “Parmigiano di montagna” che raccoglie un migliaio di produttori. E proprio negli ultimi anni il re dei formaggi che nasce in quota ha collezionato un ottimo palmares di riconoscimenti. Uno dei ‘bomber’ più premiati è il caseificio sociale Fiordilatte di Gaggio Montano (Bologna), presieduto da Daniele Venturelli, che l’anno scorso si è cucito sul petto lo scudetto di “Super gold Cheese”, (Formaggio d’oro), al World Cheese Awards, una manifestazione che in ambito caseario è paragonabile a un campionato mondiale. L’eccellenza di montagna ha stupito gli assaggiatori di Trondheim, Norvegia, dove si è confrontata con altri 4501 formaggi arrivati da 43 Paesi. Giudizio finale: Number one, Numero uno.