
Attacchi social di alcuni cittadini per un distributore di benzina, il giudice archivia: è libertà d’espressione. Il padre: "Andremo avanti"
Tutto era partito da una pompa di benzina sorta a Molinella, da lì si era arrivati ad alcuni commenti sui social della zona e in un batter d’occhio a una causa per diffamazione. Da una parte il padre dell’ex sindaco Dario Mantovani (foto a destra), Stefano, che, sentitosi diffamato sui social era andato dai carabinieri, dall’altra un gruppo di cittadini che avevano posto dubbi sulle modalità con cui, in quei terreni, era stata resa disponibile l’apertura di una pompa di benzina Coop. Qualche giorno fa il gip Andrea Salvatore Romito ha disposto l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato.
È la stessa sentenza a spiegare come si erano svolti i fatti: "Il procedimento prendeva il via dall’esposto presentato da Stefano Mantovani ai militari di Molinella. Mantovani dal 2017 ricopriva il ruolo di rappresentante dei soci della pianura bolognese nel consiglio di amministrazione della Coop Reno di San Giorgio di Piano. Nel 2018, dopo una riforma regionale che liberalizzava il settore della distribuzione di carburanti, Reno Energia s.r.l., società controllata al 100% dalla cooperativa di cui sopra, otteneva il permesso di costruire un distributore di carburante a Molinella. Intanto durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2019, che avrebbe poi portato alla rielezione quale sindaco del figlio, Dario, lo stesso Stefano, come da lui denunciato, sarebbe stato vittima di illazioni dall’alto tenore diffamatorio da parte di alcuni cittadini di Molinella, i quali insinuavano, seppur ’velatamente’, su gruppi pubblici e pagine Facebook ‘Succede a Molinella’ e ‘Avviene a Molinella’, a più riprese, che ci fossero stati degli accordi illeciti tra il consiglio comunale presieduto dal figlio e il denunciante Stefano, etichettato quale proprietario della Reno Energia al fine di ottenere i permessi per la costruzione del distributore di carburante". Alla fine della sentenza si legge: "Ritenuto che le ragioni della richiesta di archiviazione siano condivisibili, essendo le condotte denunciate commesse nell’esercizio legittimo del diritto di critica che, quale diretta espressione della libertà di manifestazione del pensiero, si manifesta attraverso giudizi e valutazioni che, in quanto tali, sono fondati su una interpretazione necessariamente soggettiva di fatti e comportamenti; che le parole utilizzate dagli indagati, sebbene pungenti, pretestuose e ingiustificate, non si sono tradotte in un’aggressione alla sfera personale del Mantovani, bensì in valutazioni puramente soggettive, è disposta l’archiviazione".
Così commenta Stefano Mantovani: "Non entro nel merito della vicenda. Certamente davanti a fatti nuovi è nostra ferma intenzione continuare a tutelarci. Sul tema continueremo a investire tempo energie e risorse. Noi". L’ex sindaco Dario Mantovani, che sottolinea ancora una volta la sua estraneità alla vicenda, per commentare ha deciso di utilizzare la frase del codice di comportamento della casa reale d’Inghilterra: "Never complain, never explain (mai lamentarsi, mai spiegare, ndr)".
Zoe Pederzini