BEATRICE BUSCAROLI
Cronaca

Il paesaggio racconta la storia. Cento artisti per un secolo di idee

In Assemblea legislativa ha aperto la mostra dedicata alla Collezione Martelli con una selezione curatissima

Il paesaggio racconta la storia. Cento artisti per un secolo di idee

Il paesaggio racconta la storia. Cento artisti per un secolo di idee

Il codice magico della Collezione Martelli (Cento artisti bolognesi del Novecento, catalogo generale a cura di C. Spadoni, con F. Sinigaglia, D. Bellotti), di cui da oggi si può ammirare una ristretta ma significativa selezione dedicata al paesaggio (Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, fino al 6 luglio, a cura di S. Malossini) è la coerenza. Potrebbe essere il contrario: ammirare decine e decine di paesaggi (440 in totale) che, uno dopo l’altro, sembrano raccontare una storia unica e immaginata, rovesciando, in tutti sensi, la storia della pittura moderna a Bologna.

La selezionatissima sezione dei paesaggi presenti in mostra espone una silloge che raccorda un’affollata via Rizzoli di G. Amadori a un Bertocchi che evoca ancora gli amati Bertelli, una Processione di Fabio Fabbi a una Cartiera di Giovanni Korompay, che giungono, con mezzi e ispirazioni diverse, fino alla metà del secolo scorso, per arrivare a un gustosissimo Giardini Margherita di Norma Mascellani, a Sergio Vacchi e a Farpi Vignoli. Naturalismo, Realismo, Verismo scendono attraversando calanchi e Appennini, strade e le non molte persone che popolano queste tele. La Mascellani traduce in italiano con qualche anno di ritardo le vedute della Senna di Renoir e di Monet; Pompilio Mandelli e Ilario Rossi tastano quel terreno per provarne la consistenza, la forza, la leggiadria, anche. Partiamo dai Bertelli (Luigi e Flavio), per tuffarci nell’immenso quesito dell’Informale arcangeliano, Vasco Bendini, Ilario Rossi, Pompilio Mandelli, ma la terra è la stessa: sostiene, genera frutti e sconfinati filari, fiori, come quelli stupendi di Flavio Bertelli.

Il percorso è lo stesso di tante città vicine, i mezzi identici, la curiosità di allargare la propria immagine li spinge a cartoline macchiaiole, visioncine da turisti, esperimenti avanguardisti, come i lavori dei futuristi. Dalla prima incisione di Giorgio Morandi, alle stupende elevazioni di Quinto Ghermandi, il gusto del collezionista Martelli e della sua famiglia offrono uno spaccato unico di questa raccolta, dove passato e presente sembrano possedere quel gusto del ’tramando’, parola che Francesco Arcangeli coniò per trovarla viva e presente, soprattutto oggi.