BENEDETTA CUCCI
Cronaca

"Il museo del futuro, tra welfare e ricerca"

La direttrice del sistema museale civico Eva Degl’Innocenti: "I giovani sono la chiave. Bisogna avviare processi di partecipazione attiva"

La direttrice del sistema museale civico Eva Degl’Innocenti: "I giovani sono la chiave. Bisogna avviare processi di partecipazione attiva"

La direttrice del sistema museale civico Eva Degl’Innocenti: "I giovani sono la chiave. Bisogna avviare processi di partecipazione attiva"

La nostra lunga inchiesta estiva dedicata ai Musei Civici di Bologna si conclude oggi con l’intervista alla direttrice Eva Degl’Innocenti, che tratteggia un’idea di museo del futuro che passa strettamente dalla ricerca e da un welfare culturale, dall’innovazione gestionale e organizzativa e dalla sostenibilità. E tira le somme del 2024 che è già un successo, con un 35% di affluenza estiva in più rispetto al 2023, a sua volta già in crescita. "I musei stanno contribuendo al posizionamento di Bologna come città d’arte e cultura – afferma – il che richiama naturalmente un turismo specifico e nuovo".

Come stanno i Musei Civici?

"Stanno bene, sono musei in trasformazione anche in seguito ai cambiamenti avvenuti nel corso del tempo e dopo la nuova definizione di museo dettato da Icom, l’International Council of Museums, nel 2022. È in atto un loro affermarsi sempre di più come agenzie culturali, elementi fondamentali di welfare culturale. Mi piace riprendere le parole di Orhan Pamuk per spiegare questa cosa: ‘lo scopo dei musei di oggi e del futuro non deve essere di rappresentare lo stato ma di ricreare il mondo dei singoli esseri umani’".

La vera sfida per i musei?

"Uscire da loro stessi. Oggi, spinti anche da un dibattito internazionale, i musei devono essere al centro di pluralità di opinioni e punti di vista, compresi quelli di una società che è sempre di più cosmopolita e globalizzata. Devono dialogare con le nuove generazioni e attivare nuovi tipi di comunicazione e mediazione culturale, tendendo a una democratizzazione e a un’accessibilità e partecipazione attiva".

Che progetti avete messo in campo a questo riguardo?

"Ad esempio il progetto di Design for all, avviato nel 2024 e che si svilupperà fino al 2027, finalizzato alla riqualificazione ’people-driven’ della totalità dei Musei civici, grazie all’attivazione di un processo partecipato e di co-design per il rinnovamento degli spazi, degli allestimenti, dei servizi, della comunicazione, della mediazione culturale e dell’inclusione. Queering Museum è invece un progetto nato dalla collaborazione tra il Settore Musei Civici Bologna e Attitudes_Spazio alle Arti aps in cui avviene una rilettura del patrimonio culturale in chiave queer. Per questa prima progettazione, abbiamo scelto il Museo Medievale che indirizzerà la propria pratica queer verso un pubblico di adolescenti, dai 17 ai 20 anni circa, producendo un Podcast che avvicinerà questo pubblico in genere poco presente nei musei, prevedendo poi una azione di feedback all’interno del museo. Inoltre è in lavorazione un progetto dedicato al rapporto tra cultura, arte e salute che permetterà di attuare una strategia di prescrizione culturale tramite le attività museali".

Quali sono i punti principali della sua direzione?

"Innanzitutto vorrei sottolineare il fondamentale lavoro di squadra con direttrici e direttori dei musei e uno staff molto competente. Con Pier Luigi Sacco ho curato un piano strategico che verrà presentato a breve fortemente richiesto dal sindaco. Fondamentali sono l’innovazione tecnologica certamente, ma anche nei processi organizzativi, nei modelli gestionali e nella sostenibilità e il rapporto tra pubblico e privato. Si lavora anche al progetto di un sistema museale cittadino di cui i Musei civici saranno testa di ponte di un sistema diffuso sul territorio. Importantissima la valorizzazione delle mostre di ricerca e di figure curatoriali interne, la mostra blockbuster non è nelle nostre corde".

Come sarà il Museo Morandi che dovrebbe aprire nel 2026?

"Sarà un museo monografico internazionale dedicato a Giorgio Morandi in uno spazio adeguato. Diventerà non soltanto uno spazio culturale polifunzionale, ma una chiave per raccontare la storia della città di Bologna, narrarne e leggerne le trasformazioni, attraverso la visione di museo diffuso sul territorio".

Quali sono invece i progetti per il Museo della Città?

"Il nuovo spazio museale di Palazzo Pepoli deve rimanere un racconto diffuso della città, diventerà un hub del sistema cittadino e metropolitano, con un allestimento valorizzato anche con l’ausilio dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale. Valorizzerà Morandi nella sua identità bolognese e nel suo rapporto con il patrimonio culturale, disseminato in città e nel territorio".