Bologna, 30 aprile 2015 - La Bologna valley rappresenta il cuore pulsante dell’Italia creativa e lancio una sfida. Dimostratemi che ci sono posti migliori dove vivere e investire: F.I.C.O., Ducati, Yoox, Perla, MAST, Opificio Golinelli, Phlilip Morris, aree militari e ferrovie in rigenerazione, devo aggiungere qualcosa? Bologna è tornata a essere uno spazio di libertà d’espressione e autenticità. Qui si affiancano qualità della vita, una condizione generale dell’economia che ha tenuto la crisi e un giacimento importante rappresentato da due presenze fondamentali: l’Università e gruppi industriali radicati. Attorno a questi elementi si è andata defininendo una capacità di attirare investimenti e talenti. Il segreto è tutto qui.
Nel bene e nel male, Bologna è un metabolizzatore, uno shaker del meglio e del peggio del made in Italy. Una ricetta dall’esito imprevisto che sta detonando grazie alla compresenza dell’Alta Velocità e della crescita del nostro Aeroporto: duecentomila turisti in più ogni anno non sono uno scherzo. Il fascino che ogni anno attira migliaia di visitatori americani e inglesi è nascosto nell’esperienza, non nelle grandi mostre. Le cucine degli chef vibrano come i garage della Silicon Valley degli anni ’80. Il commercio e l’artigianato stanno vivendo uno stagione di profonda rivoluzione generazionale. Ecco perché dico molliamo il freno, prendete uno spazio e cambiate il mondo. E l’orizzonte si apre quando penso che con la Cineteca racconteremo questa Bologna al Festival di Cannes, che il Robot Festival viaggia tra Buenos Aires e Londra e che a maggio saremo a Tokyo con le 40 città più creative del mondo. Sta nascendo la nostra nuova identità urbana, presto ce ne accorgeremo.