BEATRICE BUSCAROLI
Cultura e spettacoli

Il mito di Atalanta e il contemporaneo: le Feste in mostra

Dalla Pinacoteca ai presepi del Davia Bargellini: guida ragionata alle esposizioni da non perdere.

Dalla Pinacoteca ai presepi del Davia Bargellini: guida ragionata alle esposizioni da non perdere.

Dalla Pinacoteca ai presepi del Davia Bargellini: guida ragionata alle esposizioni da non perdere.

Bellissima cacciatrice, velocissima nella corsa, la giovane Atalanta, secondo il mito che il decimo libro delle Metamorfosi di Ovidio ci ha tramandato, sfida Ippomene che, aiutato da Afrodite, la sfida nella corsa in cui si credeva invincibile. Figlia di un re, ma allevata da un’orsa, Atalanta cresce stupenda e talentuosa fino alla sfida di cui Guido Reni, intorno agli anni ‘20 del Seicento, coglie il momento di grazia, dove attesa e movimento sembrano convivere in una sospensione innaturale ma verissima, mitologica e reale insieme. Dietro consiglio di Venere, infatti, Ippomene accetta tre pomi d’oro, per farli cadere durante la corsa e invitare la ragazza a fermarsi. Il gioco è sottile, è un divino inganno che porta i due all’agognato matrimonio: Atalanta infatti si ferma e si china, raccoglie i pomi d’oro e perde la gara.

Le due versioni della ‘favola’ esposte in Pinacoteca fino al 16 febbraio 2025, conservate a Madrid e a Napoli (ma molto probabile è l’esistenza di altre repliche) stemperano suggestioni e chiaroscuri caravaggeschi nella perfetta armonia delle due figure, eredi di ellenistici sogni quanto di moderni pensieri che suggestionarono i poeti coevi.

Il dicembre dei musei bolognesi si arricchisce poi dello straordinario presepe siciliano del Settecento esposto al Museo Davia Bargellini (fino al 19 gennaio 2025), aggiungendosi alla consistente collezione della raccolta di Strada Maggiore. Accanto agli avanzi del mondo antico, spicca una natura completamente nuova per le abitudini tradizionali dei nostri presepi: conchiglie, coralli e pescatori caratterizzano le origini dell’autore, il siciliano Giovanni Antonio Matera. Lo stesso museo accoglie una bella rassegna su Giacomo Savini (1768-1842) e il suo album inedito (fino al 23 marzo 2025), che comunica direttamente con la nutrita schiera di opere di autori della stessa famiglia esposte nel vicino Museo dell’Ottocento per le cure di Francesca Sinigaglia e Ilaria Chia: Giacomo, Alfonso e Alfredo (fino al 3 marzo 2025), membri della stessa dinastia. Più di novanta pezzi, molti dei quali inediti, raccontano una vicenda straordinaria della Bologna ottocentesca e della scuola di paesaggio che a lungo dominò gli interessi dell’epoca.

Al Novecento e ai giorni nostri si giunge attraverso la ricca esposizione con cui la Raccolta Lercaro sembra ripercorrere le gesta del suo sempre rimpianto fondatore: l’esposizione intitolata Donazioni (a cura di G. Giovanni Gardini e F. Passerini, fino al 16 febbraio 2025) rivela la ricchezza e la qualità delle opere con cui artisti di ogni età e formazione hanno proseguito il decennale lavorio del Cardinale che, seguito dall’erede Monsignor Fraccaroli, credeva nella necessità di unire le opere al contesto e all’ambiente che le aveva prodotte. Si aggiungono così opere di Paola Babini, con il suggestivo Presenze, Francesca Dondoglio, i Canti dolorosi di Antonio Violetta, i Quadri messi in croce di Vittorio d’Augusta, le intense croci di Gianriccardo Piccoli e Paola Martelli e le straordinarie immagini di Lucia Bubilda Nanni, sospese tra vita e morte, immagine e ricordo.

Nella felice contingenza che reca il contemporaneo nelle sale dei musei d’arte antica, si segnala poi la forte presenza di Alessandro Roma al Museo Civico Medievale (fino al 2 marzo 2025, nella foto qui sopra) in cui l’artista, milanese d’origine ma oggi faentino, espone sette sculture in ceramica e due opere in tessuto in Vestirsi paesaggio. Infine, a Palazzo Fava, appuntamento con ‘Who am I?’ (fino al 4 maggio 2025), personale dell’artista cinese Ai Weiwei che, in 50 opere, esplora i temi di memoria, intelligenza artificiale e migrazioni.