Guardare il mondo con gli occhiali del Beato Giovanni Fornasini. Chi da ieri sale al cimitero di San Martino di Casaglia può leggere questo invito dietro al cippo che ricorda il martirio del giovane prete. "In questo mondo che è sempre più un ospedale da campo – ha ricordato il cardinale Matteo Zuppi durante l’inaugurazione del monumento – questa frase significa togliere dalla nostra vita tutte quelle cose che portano all’odio, per essere veri testimoni e portatori di pace. Solo così la nostra vita sarà piena d’amore: da donare e da ricevere". Ripercorrere per sommi capi le ultime settimane aiuta ancora di più a capire cosa intende l’arcivescovo. Dal 29 settembre al 5 ottobre del 1944 a Monte Sole si sono succedute una serie di stragi tristemente note come Eccidio di Marzabotto. Don Giovanni si salvò dal primo rastrellamento perché era sceso a Pioppe di Salvaro per contrattare con un altro reparto delle Ss il rilascio di alcuni prigionieri. Tornato nella sua parrocchia di Sperticano, che nel frattempo era stata occupata dai nazisti, chiese inutilmente a più riprese di poter salire a Monte Sole per sapere se erano vere le voci sul massacro di donne e bambini e per eventualmente seppellirli, azione vietata dalle forze occupanti. Il 12 ottobre 1944, durante una festa organizzata dai tedeschi, il presbitero impedì che le giovani donne del paese fossero violentate e lì decisero di ucciderlo. Ricevuto il permesso per il giorno successivo di recarsi a San Martino purché accompagnato dai soldati, Fornasini accettò, venendo percosso fino alla morte dietro al cimitero del borgo.
"La sua è stata una scelta – ha concluso Zuppi –: ha deciso di stare dalla parte dei più deboli, cercandoli nei luoghi della sofferenza, quella che noi spesso cerchiamo di fuggire cedendo alla tentazione della indifferenza. Scegliere il bene significa, invece, non tirarsi indietro". Il monumento è in realtà un percorso ideato dall’ingegnere Aldo Barbieri e in pochi passi trasmette la spiritualità del beato Fornasini, che con la sua bicicletta si muoveva anche nei sentieri dei boschi per dare conforto o per portare beni di necessità a chi ne aveva bisogno. "Spesso confondiamo le vittime con i martiri – ha ricordato il sindaco di Marzabotto Valentina Cuppi – le vittime sono bambini o i civili che qui hanno perso la vita, i martiri sono coloro che hanno scelto di spendersi per gli innocenti". Il monumento è stato realizzato con il contributo delle Banche di Credito Cooperativo aderenti alla Federazione regionale.
Massimo Selleri