Bologna, 3 luglio 2023 – Trovare casa a Bologna è una missione (quasi) impossibile. Secondo il Censis, sotto le Due Torri, è una della maggiori preoccupazioni. Dati recenti di Nomisma fotografano un’offerta di alloggi vicino allo zero. E anche spostarsi in periferia, spesso, non basta. Lo sanno bene gli studenti che recentemente hanno protestato con le ’tendate’ in zona universitaria, ma anche i lavoratori, in primis quelli non residenti. Una situazione che ha del paradosso, come sottolinea Michele Bulgarelli, segretario generale della Cgil di Bologna: "Parliamo di una città e di un territorio dove la disoccupazione è praticamente zero (3,1% a Bologna, 3,6% nell’area metropolitana), ma a causa dell’emergenza abitativa lavoratori e lavoratrici rischiano di perdere il proprio contratto perché non trovano casa. O di rinunciare al proprio posto". Secondo i dati dell’Osservatorio mensile di Immobiliare.it Insights, che analizza gli annunci immobiliari, infatti, i canoni di affitto sono in netta crescita, con rialzi che a Bologna sono stati del 17,8% per cento in un anno.
Non va meglio per le compravendite con Bologna che supera Roma per i prezzi al metro quadro (pari a 3.356 euro in media), costi aggravati dall’aumento dei tassi d’interesse che si scaricano sui mutui. Tant’è che – sottolinea Bulgarelli – anche i lavoratori che vincono i concorsi pubblici, non trovando casa, né da acquistare, né da affittare, "sono costretti a rinunciare al posto (nella scuola, come nella sanità, nelle funzioni centrali e negli enti locali)".
La conferma arriva dai lavoratori stessi: per trovare casa si devono fare i salti mortali. C’è chi addirittura ha dormito in auto pur di lavorare, chi, disperato, ha accolto l’invito di un collega, chi ha dovuto rassegnarsi a trovare casa vicino a Modena, pur lavorando sotto le Due Torri.
Vincenzo Pagano, 29 anni, napoletano, professore di lettere, a marzo è arrivato a Bologna per una supplenza. "Ma c’era il Cosmoprof, quindi è stata durissima. Ho trovato un ostello per un paio di giorni, poi sono finito nella ’giungla’ degli annunci web con richieste assurde: dare due o tre caparre, comprare i mobili dell’inquilino precedente, affitti di 600 euro al mese solo per una stanza...Mi ha salvato un collega che mi ha ospitato a casa sua".
Non è andata meglio a Sara Quaranta, operaia con contratto a termine in Ducati. Tarantina, 23 anni, all’inizio si è accontentata di dividere una stanza doppia con il fidanzato in un appartamento con altri coinquilini. "Dopo due anni, però, io e il mio compagno abbiamo deciso di prenderci un appartamento tutto per noi. Ma è stato un incubo. Ci hanno chiesto 400 euro a settimana per un monolocale di 38 metri quadri, oppure, per ottenere l’affitto, non avendo un contratto a tempo indeterminato, pretendevano un garante, una fideiussione bancaria, tre o quattro caparre". A risolvere la situazione, però, ci hanno pensato gli amici. "Ci hanno lasciato la casa che avevano in affitto e l’hanno ’passata’ a noi. La proprietaria ha accettato il fatto che sia precaria, e così a breve traslochiamo. Ma vivremo a Piumazzo, vicino a Modena. Sarà più scomodo, ma almeno paghiamo 550 euro al mese per 90 metri quadri".
Da qui, sollecita il numero uno della Camera del lavoro di Bologna, "riteniamo necessario dare attuazione agli impegni assunti dal Comune con la firma, il 3 aprile scorso, dell’“Accordo per la coesione sociale nella città di Bologna“, a partire da un investimento di 200 milioni di euro per i prossimi anni da concentrare subito su edilizia popolare (erp), edilizia sociale residenziale (ers), studentati, la costituzione di una nuova Agenzia sociale per l’affitto e la realizzazione di un fondo sul quale richiamare un coinvolgimento del sistema delle imprese".