Andrea Iavarone, condannato in due gradi di giudizio a 16 anni e quattro mesi (con rito abbrevito, che prevede lo sconto di un terzo della pena) per l’omicidio di Chiara Gualzetti, 15 anni, il 27 giugno 2021, da qualche tempo non è più al Pratello, dato che nelle scorse settimane è stato trasferito in un carcere minorile in Sardegna. Una scelta che sarebbe stata dettata dalla volontà di allontanarlo dal contesto bolognese, dove la sua vicenda è per ovvie ragioni molto nota e sentita. Il ragazzo, che ha compiuto 18 anni proprio il 20 marzo scorso, giorno della conferma della condanna da parte della Corte d’appello, risponde di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi e minore età della vittima. Accusa che, se fosse stato maggiorenne, non gli avrebbe concesso di accedere al rito alternativo premiale, al processo.
Nel frattempo, il ricordo di Chiara non tramonta. E il prossimo venerdì sarà inaugurata nelcortile della sua vecchia scuola, l’alberghiero Veronelli di Casalecchio in cui quest’anno si sarebbe diplomata, una panchina rossa in sua memoria. E prenderà il via una borsa di studio a suo nome. Per l’occasione, voluta e promossa dai genitori degli studenti dell’istituto, venerdì dalle 18 alle 19,30 ci sarà un aperitivo solidale aperto a tutti e il cui ricavato sarà impiegato in azioni contro la violenza sulle donne e devoluto ad associazioni mirate.