Alla fine ha vinto Marco Bellini. Il pluripremiato architetto si è visto riconoscere il diritto d’autore sul Museo della Storia. L’aveva anticipato il Carlino, con il sopralluogo del comitato tecnico-scientifico per l’arte e l’architettura contemporanee due settimane fa a Palazzo Pepoli, ora è arrivata l’ufficialità. Ogni modifica del Museo, in questo modo, dovrà passare dalla supervisione di Bellini. Soprattutto nel caso il Comune decida, come ipotizzato in passato, di creare negli spazi di via Castiglione il tanto discusso Museo internazionale dedicato a Giorgio Morandi, su cui pende ancora la contesa in tribunale che dovrebbe vivere nuovi risvolti nei prossimi mesi.
Per il riconoscimento del diritto d’autore, su cui oltre al comitato del ministero della Cultura è stata coinvolta anche la Soprintendenza, serviva il rispetto di tre parametri su sette. E così è stato. Nel dettaglio, è stato attestato che l’opera "è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale o internazionale", "ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale" ed "è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale o internazionale". Anche un quarto punto è stato parzialmente soddisfatto, e cioè che l’opera "riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale".
"Firmato dal direttore generale della Direzione generale creatività contemporanea del ministero della Cultura, Angelo Piero Cappello, il decreto riconosce l’importante carattere artistico dell’opera denominata Museo della Storia a Palazzo Pepoli Vecchio", comunica Lucia Borgonzoni. La sottosegretaria alla Cultura, poi, commenta: "Come sempre fatto finora, continueremo a mettere il massimo impegno, adottando ogni strumento a disposizione, affinché sia salvaguardata la qualità italiana anche nella progettazione di opere contemporanee negli spazi storici".
Il riconoscimento del diritto d’autore a Bellini, sia per quanto attiene alla realizzazione architettonica, sia relativamente all’allestimento del Museo, garantisce come detto che eventuali, future modifiche saranno progettate dall’autore stesso.
Un nuovo capitolo, insomma, per il futuro del Museo della Storia. Il caso era scoppiato lo scorso anno, con la dismissione di Genus Bononiae e la chiusura per sette mesi degli spazi in via Castiglione. Poi, in estate, Palazzo Pepoli era finito al centro dell’accordo di comodato d’uso tra Fondazione Carisbo e il Comune, che l’ha affidato alla Fondazione Bologna Welcome. Il museo ha riaperto i battenti il 30 novembre. "Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Carisbo, che ha concesso questo sito per consentire un arricchimento del circuito culturale con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi", avevano comunicato Palazzo d’Accursio e Bologna Welcome in quell’occasione, sottolineano anche come "la riapertura completi il sistema museale cittadino".
Se il futuro Museo Morandi (si è detto non prima del 2026) dovesse effettivamente trovare casa a Palazzo Pepoli – l’ipotesi era comunque quella di una convivenza con il Museo della Storia –, ora è certo che le trasformazioni dovranno passare tra le mani di Bellini.