Arriveranno pullman da tutta la Romagna in quella che si presenta come la prima, grande manifestazione di alluvionati a spingersi fin sotto le finestre della Regione, in viale Aldo Moro, a Bologna, giovedì alle 10. In un anno e mezzo mai la protesta di chi ha subito una, due o tre alluvioni si era spinta così in alto. Convocata dal comitato "Vad – Vittime alluvione e dissesto", con baricentro a Cesena, la manifestazione da giorni tiene banco tra gli alluvionati: prendervi parte oppure no? Non è un mistero che la galassia degli alluvionati sia spaccata già dall’estate scorsa, anche allora a causa delle elezioni – si votava per le amministrative – che avevano visto alcuni volti di primo piano buttarsi nell’agone elettorale. Ma la frattura, oltre che orizzontale, è pure verticale, con gli alluvionati ormai decisi a manifestare senza attendere che i comitati prendano una decisione. A Bologna ci sarà ad esempio Alessandro Capucci, allagato tre volte a Villanova di Bagnacavallo. "Sempre che io non debba di nuovo evacuare in vista delle piogge in arrivo –dice –. Bagnacavallo non ci appartiene più: eppure non possiamo partire perché le nostre case non valgono ormai nulla. Siamo in un limbo e vogliamo uscirne". I dubbi di alcuni potenziali partecipanti non riguardano solo le imminenti elezioni regionali, ma anche il timore di infiltrazioni, ad esempio da parte del cosiddetto ‘movimento dei trattori’: alcuni di loro arriveranno da Cuneo, da Caserta, forse dalla Sicilia. Che c’entrano con gli alluvionati? A spiegarlo è Mauro Mazzotti, presidente del comitato di Cesena, la mente dietro la manifestazione di giovedì: "Ho invitato gli agricoltori perché hanno avuto danni esattamente come noi. Queste emergenze colpiscono ormai tutta Italia, non possiamo dividerci".
Quella tra movimento dei trattori e alluvionati non sarebbe dunque un’unione contro natura, ma in questo matrimonio c’è almeno un terzo incomodo, e cioè nientemeno che il cambiamento climatico: se gli alluvionati possono a ragione essere considerati delle vittime della crisi ambientale, il movimento dei trattori è nato invece un anno fa proprio per ribellarsi al Green Deal dell’Ue, volto a contenere le emissioni di Co2. Anche questo è uno dei motivi per cui gli alluvionati più flagellati – quelli del comitato del quartiere Borgo di Faenza – hanno deciso per primi di non aderire all’evento di giovedì. "Abbiamo inoltre segnali che la manifestazione possa assumere coloriture politiche", confida il presidente del comitato Danilo Montevecchi.
Dal palco sembra infatti che prenderà la parola pure chi è accreditato di una candidatura con la lista civica ‘Ugolini Presidente’ alle imminenti regionali. "Ho invitato al microfono Martino Pioggia (che non conferma, ndr) in rappresentanza degli alluvionati di Budrio – ammette Mazzotti –, ma ci saranno anche amministratori di sinistra". Il riferimento è a Stefano Colli, vicesindaco di Fontanelice, nell’Imolese. "Sto riflettendo – dice –, mi aspetto un evento apartitico". Andrà così? Nel frattempo c’è già chi ipotizza di dare vita a una contromanifestazione. "Organizzeremo una nostra dimostrazione a Ravenna più avanti nel tempo", fa notare il portavoce dei Comitati riuniti, Enrico Piani, da Ravenna. A Forlì la situazione è ancora più sfaccettata: mentre il comitato del quartiere Romiti giura di non voler prendere posizione, quello ‘Vittime del Fango’ ha votato per partecipare, ma, spiega la presidente Alessandra Bucchi, rifletterà "fino all’ultimo minuto".