FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Il dramma del sovraffollamento: "Serve un indulto condizionato"

Mazzacuva, presidente del consiglio delle Camere penali: ci sono 60 mila detenuti e 47mila posti "Il legislatore indichi il reato che può aspirare al beneficio. Chi esce e sgarra, sia punito".

Nicola Mazzacuva, giurista, classe 1950,. è il presidente del consiglio delle Camere penali italiane

Nicola Mazzacuva, giurista, classe 1950,. è il presidente del consiglio delle Camere penali italiane

Il giurista Nicola Mazzacuva è stato riconfermato per acclamazione presidente del consiglio delle Camere penali nazionali, oltre a esserlo di quella bolognese. E ora più che mai c’è un tema caldissimo: quello del sovraffollamento e dei suicidi in carcere. Proprio ieri a Modena si è tolto la vita un detenuto di 27 anni. "Il centesimo suicidio dal 1 gennaio 2024 è stato a Vigevano pochi giorni fa: un uomo di 55 anni, rinchiuso per una rapina da 55 euro", spiega il presidente.

Professore, le condizioni dei detenuti in carcere sono all’ordine del giorno: ne ha parlato persino il presidente Mattarella, nel discorso di fine anno. Come si pongono le Camere penali?

"È un tema che seguiamo da quando, nel 2013 e prima nel 2009, l’Italia fu sanzionata dalla Cedu per pene inumani e degradanti ai detenuti. Si calcolò che per il sovraffollamento ognuno avesse a disposizione meno di tre metri quadrati. Ora la situazione è migliorata per alcuni provvedimenti, ma si è drammaticamente aggravata per numero di suicidi. Uno ogni 4 giorni, nel 2024".

Senza contare i tentativi ...

"In Italia sono stati 2.035 l’anno scorso, 179 più del 2023. Modena è particolarmente colpita: alla recente inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’appello di Bologna, ho segnalato come la Camera penale di Modena avesse appena attuato l’astensione dalle udienze per sensibilizzare sul fatto che dal 31 dicembre al 7 gennaio si fossero verificati nel loro carcere ben tre suicidi".

Quali sono i fattori di rischio?

"Il sovraffollamento. Numeri simili al 2013: oltre 60mila detenuti a fronte di una capienza massima di 47mila. Di recente abbiamo visitato la Dozza di Bologna con l’assessore regionale Isabella Conti: ci sono 852 persone su 500 letti. Il nostro Osservatorio tiene monitorata la situazione, ma è complesso".

Che soluzioni proponete?

"L’indulto. Non certo incondizionato, ha anzi due disposizioni: la tipologia di reato che può averne diritto, decisa dal legislatore, e il ’patto’ che in caso di recidiva il detenuto se lo veda revocato, con l’aggiunta della nuova condanna. Insomma, condizioni ci sono eccome e le individua il legislatore".

Si parla molto di certezza della pena, che ne pensa?

"Nel lessico dei penalisti è il limite fissato in astratto dal legislatore, ora invece è percepito come pena da eseguire sempre e comunque in carcere. Un concetto giuridicamente sbagliato".

Altra questione d’attualità: separazione delle carriere?

"La legge di iniziativa popolare per la separazione delle carriere che raccolse 72mila firme nel 2017 fu promossa proprio dall’Unione delle Camere penali, oggi presieduta da Francesco Petrelli. Le ragioni sono le medesime del ddl ora all’esame delle Camere: la tutela dell’autonomia del giudice, il processo penale accusatorio con un giudice terzo imparziale, inserito in un contesto distinto da chi accusa anche per formazione e carriera, così come da chi difende. E l’autonomia e l’indipendenza del pm da garantire assolutamente".

A proposito di anno giudiziario, appuntamenti in vista? "Venerdì 7 e sabato 8 febbraio inauguriamo a Milano l’anno giudiziario dei penalisti italiani. Interverrà il ministro Nordio. E al centro ci sarà proprio il confronto sulla figura del pm".