GABRIELE MIGNARDI
Cronaca

Il Comune chiede 3 milioni ad Aspi. Schiaffo del Tar

L’amministrazione pretendeva l’occupazione del suolo pubblico per i cavalcavia autostradali.

Il cavalcavia autostradale di via Marconi a Casalecchio, fra quelli nel mirino

Il cavalcavia autostradale di via Marconi a Casalecchio, fra quelli nel mirino

Quella tassa non è dovuta. E’ una sentenza che vale tre milioni di mancate entrate quella pubblicata pochi giorni fa dal Tribunale amministrativo regionale, che ha bocciato la pretesa del Comune di Casalecchio, che col suo dirigente del settore finanziario cinque anni fa aveva inviato una ingiunzione di pagamento per l’occupazione ‘abusiva’ di suolo pubblico da parte di Autostrade per l’Italia (Aspi). Ovvero, della società titolare dell’opera che con l’Autostrada del Sole attraversa il territorio della cittadina sul Reno.

Una sentenza sorprendente per l’oggetto del contendere, che a seguito del ricorso di Aspi cancella le pretese del municipio di Casalecchio che nel 2019 aveva chiesto il pagamento della Cosap, il canone di occupazione del suolo pubblico a carico di ‘pontoni’ o viadotti della A1 che passano sopra otto strade comunali. Una "circostanza che secondo il Comune renderebbe abusiva l’occupazione del suolo di proprietà comunale da parte della società che a suo tempo non avrebbe richiesto la necessaria concessione per occupazione di suolo pubblico", come si legge nella sentenza. Tra canone, le relative sanzioni e gli interessi, il conto relativo ai cinque anni dal 2014 al 2019 aveva così raggiunto quota tre milioni di euro. A cui andava aggiunta un’ulteriore cifra riferita all’anno 2020, oggetto di un procedimento ‘gemello’, anch’esso valutato infondato dal Tar. Ponderoso l’apparato giurisprudenziale riassunto nelle motivazioni della sentenza, arrivata a distanza di cinque anni ad opera del collegio giudicante formato da tre magistrati presieduti da Ugo Di Benedetto. I quali hanno richiamato alcune circostanze evidenziate da Aspi nel suo ricorso, come il fatto che il Comune di Casalecchio "ha contestato l’occupazione abusiva solo col provvedimento impugnato, nonostante la disciplina sull’occupazione di spazi pubblici degli enti locali vigesse da molti anni e i pontoni autostradali in discussione insistessero sul territorio comunale da oltre cinquant’anni". Aggiungendo poi che "il tracciato dell’autostrada è riconducibile alla volontà statale che ne ha destinato gli spazi al soddisfacimento di un interesse generale nazionale".

Il Comune oggi spiega che "quell’iniziativa nasceva dall’aver appreso di analoga iniziativa del Comune di Bologna e di qualche altro Comune italiano" con esiti che "presso i tribunali ordinari e fino alla Cassazione era prevalentemente a favore dei Comuni mentre presso la giurisdizione amministrativa prevale la linea opposta", così da indurre Casalecchio, visto il rilevante impatto economico a "valutare quali iniziative assumere in seguito".

Gabriele Mignardi