Elena Ugolini è al lavoro sulla sua lista civica e sul programma. Ieri, da quello che filtra, c’è stato un altro incontro in call con i referenti regionali dei partiti di centrodestra che la sostengono (FdI, Lega e Forza Italia) per mettere in chiaro i punti chiave e cerchiando in rosso le questioni ’calde’ relative all’alluvione. Tema sul quale Ugolini è molto sensibile, tant’è che nella sua lista civica vorrebbe arruolare come candidato Martino Pioggia, avvocato di 60 anni residente a Budrio, e presidente del Comitato Bassa Valle dell’Idice che comprende Budrio, Vedrana di Budrio e Selva Malvezzi.
Raggiunto al telefono, Pioggia fa sapere che "sta valutando", confermando che la candidatura è al vaglio. Qualcosa di più si saprà nei prossimi giorni, quando la ’civica’ della preside dovrebbe chiudersi.
Ieri, intanto, Ugolini è tornata ad attaccare la Regione sulla gestione dell’alluvione. "Occorre ripartire subito dalla manutenzione mai fatta poiché è l’unico strumento che nell’immediato permette di abbassare il grado di rischio. Non si può perdere tempo. Se Irene Priolo (presidente facente funzione, ndr) non riesce a farlo chieda aiuto all’esercito perché a farne le spese sono i cittadini", dice la candidata civica appoggiata dal centrodestra. Per Ugolini, infatti, continua lo ’scaricabarile’ di responsabilità "di chi ha amministrato la nostra Regione per oltre cinquant’anni. Oggi – dice – è la Priolo che, nonostante conosca bene ciò che non ha fatto la Regione negli ultimi dieci, venti e trent’anni, dice che senza opere strutturali (quelle che loro non hanno fatto), ‘passeremo la vita a tirare su gli argini’ e ha anche aggiunto che è il generale Figliuolo a dover capire che ‘ci vogliono soldi’ e ‘una struttura tecnica in grado di affrontare i problemi’". Quello che dimentica la presidente, obietta però Ugolini, "è che per realizzare un piano straordinario di opere serve tempo e che esiste invece un piano immediato, inderogabile che dipende solo da lei: pulire i fiumi e gli archi dei ponti che sono ancora ostruiti da alberi e detriti e abbassare i letti dei fiumi che ormai hanno una portata molto ridotta". Questa manutenzione ordinaria "non è stata fatta negli ultimi 20 anni e non è stata realizzata neanche in questi 16 mesi dopo l’emergenza, sfruttando le due estati che hanno avuto a disposizione". Poi punge: "Priolo forse non ricorda che è la stessa Emilia-Romagna che nel 2019 ha adottato delle linee guida per la gestione delle aree boschive ai fini idraulici in cui si annunciava l’eliminazione del 100% della biomassa dagli argini per renderli ispezionabili". Questo, sottolinea, "non è mai stato fatto anche dopo la richiesta contenuta nella lettera inviata il 2 novembre del 2023 dal generale Figliuolo al presidente della Regione Emilia Romagna. Non si può rimandare ulteriormente". Dunque, sempre secondo Ugolini, "occorre liberare nell’immediato gli alvei dai ceppi e dalle sterpaglie per garantire la capacità idraulica di corsi d’acqua, occorre liberare i fiumi dalla legna che viene tagliata e stivata negli alvei dove poi rimane" evitando che "le cataste di legna che si accumulano a monte durante le piene creino barriere presso i ponti".
ros. carb.