
La nuova maxi-cucina Terracini sforna 6.500 pranzi per materne ed elementari. L’assessorato: "Preparazioni meno varie, ma stesso apporto nutrizionale".
Funzionano tre forni su nove, mentre due hanno ‘tossito’ (come si dice in gergo) per una variazione del gas e si sono bloccati per motivi di sicurezza. Nell’area lavaggio, la canalina di scolo non fa scorrere l’acqua e i cuochi, pur con gli stivali antiscivolo, lavorano in ammollo, rischiando l’infortunio.
Accade nel centro pasti Terracini in via Manzi. Inaugurata dal Comune ad aprile, dopo otto anni di cantiere, la cucinona è affidata a Ribò che da lì sforna 6.500 pappe per i bimbi di materne ed elementari. Ribò è 100% di Camst che ha vinto l’appalto della refezione scolastica. Fin da subito, la maxi cucina ha registrato malfunzionamenti. Dalla canalina che non scola, ai montacarichi collaudati mesi dopo il taglio del nastro, alla puzza di fogna. Ora lo stop dei forni e i molteplici cambi di menù, ma anche le consegne dei tegamoni nei refettori con ritardi anche di un’ora e la qualità (peggiorata) dei pasti. In queste settimane, a causa dei forni spenti, nel piatto abbiamo parmigiano al posto dell’halibut gratinato; finocchi filanger invece del tonno e stracchino in sostituzione del pollo impanato con corn flakes. Sui forni con la ’tosse’, dopo l’intervento di tecnici e le verifiche dei vigli del fuoco, l’area Educazione dell’assessorato alla Scuola "garantisce al 100% la sicurezza degli operatori e delle attrezzature". E comunque, "si stanno implementando ulteriori sistemi di controllo a monte dell’impianto di distribuzione per evitare in futuro ulteriori micro-oscillazioni della pressione del gas".
Informate le famiglie sul portale di Ribò delle sostituzioni dei menù, l’area Educazione ha "cercato di compensare le difficoltà produttive, integrando con maggiore frequenza primi piatti conditi con carne o pesce e aumentando le grammature. I menù vengono alternati, rispettando sempre l’apporto calorico e nutrizionale previsto dalle linee guida. Purtroppo la riduzione dei forni funzionanti determina qualche limite nella varietà delle preparazioni, oltre al disagio per le frequenti variazioni di menù". Le problematiche "avrebbero dovuto essere risolte in modo rapido e, per questa ragione, non sono state previste alternative (di pasti). Alternative comunque non escluse se la soluzione non dovesse avvenire in tempi brevissimi". Per la consigliera di FdI, Manuela Zuntini, "a dieci mesi dall’inaugurazione, il centro pasti ancora non funziona come dovrebbe. Anzi, i problemi sembrano aumentare. Dopo le criticità iniziali, legate anche ad alcuni errori strutturali, assistiamo a continui cambi di menù. È inammissibile. Sollecitiamo la giunta a risolvere quanto prima i problemi e che il Comune applichi uno sconto sulla tariffa di gennaio e su tutti i mesi interessati dal mancato rispetto dei menù previsti. Il servizio di refezione scolastica è sempre più costoso e la qualità sempre più bassa".
In vista della prossima scadenza dell’attuale appalto, "chiediamo che il futuro bando e la prossima gestione garantiscano una qualità adeguata al costo sopportato dalle famiglie e alle esigenze nutrizionali dei bambini".
Federica Gieri Samoggia