ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Il caso Magneti Marelli a Crevalcore (Bologna): Calenda va in fabbrica, ma gli operai lo snobbano

Il caso Magneti Marelli. Calenda va in fabbrica. E gli operai lo snobbano

Il caso Magneti Marelli. Calenda va in fabbrica. E gli operai lo snobbano

CREVALCORE (Bologna)

Carlo Calenda arriva in t-shirt blu alla Magneti Marelli di Crevalcore poco prima di mezzogiorno. Al presidio un centinaio di persone, tra lavoratori, delegati sindacali e anche qualche bambino, figlio di qualcuno dei 229 dipendenti a rischio licenziamento. Il leader di Azione si aspetta i fischi dopo che la Fiom e la Cgil l’hanno definito "ospite non gradito", ma i delegati sindacali e i lavoratori (non partecipa la Fim-Cisl) lo ignorano. E gli voltano le spalle, improvvisando a pochi metri una contro-assemblea. Il leader di Azione, sorpreso, li chiama: "Che fate, ve ne andate?", iniziando un surreale inseguimento. Operaie e operai, guidati dai sindacalisti Fiom, non si fermano: "Non c’è la volontà di parlare con lui. Punto". A Calenda non resta che tirare dritto: "La Fiom non vuole il confronto. Ma le risposte le dovranno dare ai lavoratori", dopo che la proprietà, il fondo Usa Kkr, impegnato anche nella partita di Tim, ha deciso di chiudere lo stabilimento (martedì summit al Mimit). Non arretra sul leader Cgil Maurizio Landini che aveva attaccato già l’altro ieri: "Non ha fatto battaglia contro la vendita dello stabilimento da parte di Fiat", ripete, ricordando di essersi battuto, da ex ministro dello Sviluppo economico, per evitare la cessione. "Serve un sindacato indipendente, invece da quando Elkann ha comprato Repubblica, giornale della sinistra, Landini non ha più detto nulla sulla de-industrializzazione in Italia. Con Stellantis che, ormai, si sta spostando su fornitori francesi". Non manca la stoccata al Pd, dopo la visita della leader Elly Schlein a Crevalcore: "È venuta qui, ma ha detto qualcosa su Stellantis? No. Forse perché come già successo con altri segretari Cgil vuole candidare Landini alle Europee...". I lavoratori restano lontani. Calenda riprende la strada per Roma. L’auto non è Fiat: "Ho smesso di comprare Fiat da quando non c’è più Marchionne...", dice. E se ne va.