REDAZIONE BOLOGNA

Il burraco delle nonne non va in vacanza

Ogni martedì al Dopolavoro ferroviario di Porretta la sfida fra una trentina di praticanti, quasi tutte signore fra i 60 e i 90 anni

Ogni martedì al Dopolavoro ferroviario di Porretta la sfida fra una trentina di praticanti, quasi tutte signore fra i 60 e i 90 anni

Ogni martedì al Dopolavoro ferroviario di Porretta la sfida fra una trentina di praticanti, quasi tutte signore fra i 60 e i 90 anni

Giungono in ordine sparso, ogni martedì sul far della sera, e salgono senza far rumore i ventuno scalini che portano al piano superiore del Dopolavoro ferroviario di Porretta Terme, dove si sfidano all’ultima chiusura. Sono le ragazze del Burraco, un gruppo supercollaudato di accanite giocatrici di età compresa tra i 60 e i 90 anni che dopo qualche cenno formale di saluto si scatenano tutte quante in una ’full immersion’ di parole quali "smazzate, pesca, monte degli scarti, pozzetti, pinelle, ventagli". Molte sono vedove e pensionate, tante sono nonne e forse c’è anche qualche bisnonna. Il gruppo, che si tiene in continuo contatto tramite una chat su WatsApp è aperto a tutti, anche a chi ha qualche disabilità che può serenamente giocare in carrozzina al piano terra.

Nella stagione estiva, si contano oltre una trentina di partecipanti, provenienti sia da Porretta che dalle frazioni limitrofe, ma anche da Bologna, Riola, Vergato, Badi e Castel di Casio. Non sono delle chiacchierone, non parlano di figli, di lavoro o di politica, ma si concentrano soltanto sulle mosse strategiche del gioco. Però, se qualcuna per errore tocca o solleva una carta coperta, allora sono davvero guai. Non giocano per interesse, ma per allenare la mente e stare amabilmente in compagnia. Per l’iscrizione al torneo versano una piccola somma che la coordinatrice, signora Fiorenza, converte in buoni acquisto da spendersi alla Coop, così chi vince fa la spesa gratis. Durante i dieci minuti d’intervallo tra un incontro e l’altro, c’è chi fuma una sigaretta, chi consuma un gelato o chi prende un caffè. Il bagno resta sempre il più gettonato. Come in quasi tutti i giochi di carte la sorte fa la parte del leone, perciò non ci sono coppie più brave delle altre, ma soltanto quelle baciate in fronte dalla fortuna.

Nel gruppo, la presenza maschile è modesta, soltanto tre o quattro uomini in tutto che spesso sono i mariti o i compagni delle giocatrici. Considerati gli acciacchi dell’età, qualcuna si porta il cuscino da casa per ristorare la schiena, una signora con qualche difficoltà alla vista, si presenta sempre con una lampada a stelo sotto braccio. A inizio gara le ragazze sembrano delle amazzoni che si guardano in cagnesco, ma quando i giochi sono conclusi, tornano quelle di sempre, allegre e gioviali, e si salutano cordialmente, dandosi appuntamento al martedì successivo.

Giulio Predieri