Bologna, 3 gennaio 2024 – "Sono lieto di comunicarti che ti è stata riservata una Card Cultura gratuita. Un segno di gratitudine per il tuo lavoro e un invito a diventare testimone della cultura bolognese".
Indagine interna e scuse da Fondazione Welcome
Si apre così la lettera del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, per annunciare ai dipendenti comunali il bonus a seguito della trattativa sull’integrativo aziendale. Peccato che il regalo nasconda una beffa: un insulto nascosto nel codice inviato ai dipendenti per attivare la Card e quindi l’ingresso gratuito a musei, mostre e cinema. La combinazione, infatti, è "27UP1d0c0c091ion3": sostituendo i numeri con lettere graficamente simili, come in tanti fanno per memorizzare una password, ecco emergere le parole “stupido” e “coglione“. Una ’chiave’ (contenuta nella mail firmata dallo staff Benessere organizzativo di Palazzo d’Accursio) a corredo della lettera inviata dal primo cittadino in cui ringraziava il personale "per l’impegno quotidiano", augurando "buon divertimento con la tua Card Cultura".
A far emergere il caso è Sgb (Sindacato generale di base) che attacca Lepore: "Il codice ’Stupido cogl...?’ È questo il significativo aggettivo indirizzato ai dipendenti comunali". Intanto, la Card Cultura "è di fatto l’unica forma di welfare prevista dal vergognoso contratto integrativo firmato da Cgil e affini e approvato da solo il 10% dei dipendenti", scrive nella nota il sindacato di base.
Di conseguenza, "viene da pensare che con il codice 27UP1d0c0c091ion3 il sindaco e i suoi dirigenti abbiano voluto esultare – continua l’Sgb – per avere portato a casa un integrativo al massimo ribasso facendo fessi i loro dipendenti". Da qui, l’appello: "Caro Lepore e cari dirigenti, i dipendenti comunali saranno pure dei cogl..., ma non così stupidi da non riuscire a decifrare il codice alfanumerico in social slang, tacere ed accettare la beffa della sua lettera". A questo punto, il sindaco "chieda scusa, modifichi il codice e si assuma la responsabilità di questa vergogna, prenda provvedimenti nei confronti dei suoi dirigenti senza fare alcun scaricabarile", sono le richieste avanzate dal sindacato di base, a cui Palazzo d’Accursio non ha replicato. Massimo Betti, di Sgb, ricorda che la delega al Personale è in capo al sindaco, quindi "toccherà a lui rendere conto dell’ennesimo mix di arroganza e impunità a cui ci ha abituato questa giunta". Parole dure da FdI, con la capogruppo Marta Evangelisti: "Solidarietà ai dipendenti, va fatta chiarezza" con l’auspicio di "un confronto per il rinnovo del loro contratto". Rincarano la dose le meloniane bolognesi Scarano e Zuntini: "Un fatto grave, Lepore si scusi".