Molinella (Bologna), 12 aprile 2017 - Si cerca. Ancora. Perché al terzo giorno di rastrellamento delle valli tra Campotto (Ferrara) e Marmorta (Molinella) la convinzione resta salda: Norbert il serbo – o Igor il russo, poco importa – è là dentro. Lo cercano 150 militari per turno, con reparti speciali arrivati da tutta Italia. E adesso arriveranno anche i droni, in grado di raggiungere anfratti nelle valli altrimenti inarrivabili. I cani molecolari, ieri, hanno fiutato almeno per due volte le tracce di Norbert-Igor, per poi perderle in prossimità di specchi d’acqua.
Canali che l’uomo, sospettato di essere lo stesso autore degli omicidi del barista Davide Fabbri di Budrio (Bologna) e della guardia volontaria Valerio Verri a Portomaggiore (Ferrara), userebbe come ‘sentieri’ che conosce a menadito. La Bonifica Renana ha consegnato agli inquirenti le chiavi dei propri impianti, così da consentire facile accesso anche alle zone che i contadini della zona hanno indicato come nascondigli perfetti per fuggiaschi: le ampie condutture di collegamento tra le valli. Le ricerche a 360 gradi dell’Arma non escludono alcuna pista. Tra le segnalazioni al vaglio, si è scoperto, ci sono anche le visioni di un sensitivo, che in passato ha già collaborato con le forze dell’ordine e che ha indicato coordinate gps precise di almeno due momenti in cui ‘il russo’ avrebbe sostato nelle valli.
BUDRIO - La vedova di Davide Fabbri riapre il bar / FOTO e VIDEO
Poi c’è la scienza. Ieri al Ris di Parma sono iniziati gli accertamenti urgenti disposti dal pm bolognese Marco Forte e che puntano a mettere inequivocabilmente in collegamento l’autore dei due omicidi. Al vaglio il materiale repertato a Budrio, ma soprattutto quello sul Fiorino usato per la fuga dopo il secondo omicidio: sporco di sangue nella cappotta, con una chiara impronta di mano, poi brandelli di maglietta intrisa di materiale ematico. E ancora, una lunghissima lista di beni sequestrati proprio domenica. Sporte a marchio Ld, Coop e Iper Tosano con l’impossibile dentro. Lisoform, cerotti (soprattutto 10 per 12), guanti di lattice, cotone, adesivi per suture cutanee, tamponi vari. Poi il comparto alimentare: quattro confezioni di Loacker, una di mortadella da 700 grammi, tre scatole di tonno, Nutella da 450 grammi, provola, ragù in busta, caffè Vergnano, patatine, zucchero, limoncino, bottiglie e lattine di Coca, e una caffettiera Bialetti. Nella marmaglia di oggetti pure un dizionario italiano-spagnolo, guanti in pelle nera, un punteruolo di 48 centimetri, una pinza, un foulard a pallini, due zaini, uno mimetico. Un perfetto kit di sopravvivenza di un fuggitivo. Un fuggitivo ferito, come testimonia l’abbondante materiale di farmacia trovato. Se rubato o acquistato non è chiaro.
Igor - Ezechiele, cosa sappiamo del killer in fuga
Dal punto di vista delle inchieste le due procure, al momento, procedono su binari diversi, ma paralleli. A Bologna è iscritto per omicidio volontario e rapina aggravata Norbert Feher, serbo di Subotica nato il 10 febbraio 1981, che come alias ha Igor Vaclavic, cittadino russo nato il 21 ottobre 1976. A Ferrara, invece, il pm Alberto Savino ha iscritto Vaclavic il russo per l’assassinio di Verri, attribuendogli l’alias Feher. Le ipotesi a suo carico, in questo caso, sono cinque: omicidio, tentato omicidio, illegale detenzione e trasporto dell’arma, aver opposto resistenza ai due vigilantes e la sottrazione della pistola, un’altra calibro 9. Ammesso sia la stessa mano da aver agito, con quella rubata al vigilante di Consandolo il 29 marzo la dotazione in mano al serbo-russo adesso ammonta a due calibro 9 e a una doppietta da caccia. Dagli esami del Ris si potrà dire con assoluta certezza se il killer di Portomaggiore è lo stesso di Budrio, poi occorrerà vagliare le impronte. Di Feher-Vaclavic non c’è un dna schedato.
LA LETTERA Il cappellano del carcere: "Consegnati"
Intanto le ricerche proseguono. Feher, che a Belgrado anni fa avrebbe commesso una rapina con violenza sessuale su minore, deve essere stato aiutato in questi due anni di latitanza nel Ferrarese. Almeno una decina di conoscenti sono già stati sentiti dagli inquirenti e ieri pomeriggio una persona con cui Igor era in contatto è stata controllata a Lugo, nel Ravennate. Il cappellano del carcere di Ferrara, don Antonio Bentivoglio, che lo battezzò gli ha lanciato un appello: «Ti supplichiamo: costituisciti e reintegrati in una compagnia ecclesiale piena di accoglienza e di perdono».