BENEDETTA CUCCI
Cronaca

I vinili di Andy Smith: "C’è più connessione"

Il leggendario dj Andy Smith porta la magia dei vinili a Frida nel parco, Montagnola. Con una collezione di quasi 20mila dischi, racconta la sua passione per la musica attraverso le decadi.

I vinili di Andy Smith: "C’è più connessione"

I vinili di Andy Smith: "C’è più connessione"

Dici Portishead e ti scappa un "wow"!. Chi ha vissuto gli anni del Trip Hop ha sperimentato una magia molto particolare delle sette note, perché la scena con epicentro a Bristol ha prodotto pezzi di rara bellezza in cui spiccava per la prima volta nella produzione dei dischi in un ambito non rap, funk o hip hop la figura del dj, che proprio negli anni Novanta divenne una superstar. Per i Portishead il nome era Andy Smith, il cui orecchio maestoso, in tandem con una conoscenza musicale vastissima, portò alla scrittura di un pezzo come Glory Box, ad esempio, basato su un campionamento da Ike’s Rap II di Isaac Hayes. Andy Smith questa sera alle 21.30 arriva a Frida nel parco, in Montagnola (dove nel pomeriggio va in scena la Giornata internazionale degli scacchi), naturalmente coi vinili.

Andy Smith, va sottolineato, il suo dj set è coi vinili. Perché lei continua a suonarli nell’era digitale in cui tanti si sono trasferiti sul dj set col computer?

"Mi piace ancora ascoltare i dischi in vinile perché preferisco semplicemente fare il dj con questi piuttosto che fare il dj digitale. Ho fatto concerti utilizzando questo formato (e ce l’ho come supporto) ma non è la stessa cosa. Sento che c’è una connessione migliore con il pubblico quando mostri che ti stai impegnando di più, sia per fare il dj con i dischi che per trovarli, in primo luogo. So che alla maggior parte delle persone non importa davvero, ma a me sì e sento che se mi piace quello che sto facendo, è più probabile che venga notato dal pubblico".

Quanti vinili ha nella sua collezione?

"Non li ho mai contati, ma forse mi sto avvicinando ai 20mila. Ora lavoro anch’io in un negozio di dischi a Londra, da Flashback Records, quindi compro nuovi dischi praticamente ogni giorno!".

Per ogni decade della sua passione, potrebbe segnalare un genere che ha amato e conosciuto?

"Ho iniziato ad acquistare dischi alla fine degli anni ‘70, quindi originariamente pop, punk, disco e reggae, poi mi sono espanso all’hip hop, alle colonne sonore, all’early house, per poi tornare al Northern Soul e all’R&B degli anni ‘50".

Vogliamo ancora sentirlo raccontare: come nacque il suo incontro con Geoff Barrow prima di dar vita a Portishead?

"Ho incontrato Geoff Barrow quando facevo il dj allo Youth Club di Portishead e avevamo un amore comune per i drumbreak Hip Hop e funk. Allora portavo casse di dischi a casa sua, suggerendogli le tracce che avrebbe potuto voler campionare. Questo avveniva nella sua camera da letto a casa di sua madre".