"Limitare l’accessibilità alle zone limitrofe" alla Garisenda. Già nel 2019, ben 4 anni prima della decisione del sindaco Matteo Lepore, la chiusura al traffico della zona attorno alla grande malata non era un tabù. Anzi. Era vivamente consigliata dai tecnici del Comitato tecnico scientifico. Sono pagine e pagine quelle che compongono il dossier Garisenda, al quale si aggiungono note e verbali dal 2018 in poi. Documenti che sono anche stati acquisiti dagli inquirenti a Palazzo d’Accursio in seguito all’esposto di Fratelli d’Italia al quale è seguita l’inchiesta della magistratura. Quello che emerge è che i rischi si conoscono dal 2018 e vengono segnalati all’allora sindaco Virginio Merola. Il 13 marzo 2019 il Cts precisa la necessità di "misure urgenti per garantire la sicurezza statica della torre nel suo complesso e la pubblica incolumità". Non solo. Già a gennaio gli esperti consigliano di "limitare il traffico attorno alla Garisenda" e due mesi dopo "di predisporre uno specifico piano di emergenza ai fini della pubblica sicurezza".
Sempre in quella relazione, i tecnici rilevano che l’esame dei primi monitoraggi mostra "il quadro allarmante delle condizioni della Torre", sottolineando "stati tensionali" alla base della Garisenda che "non soddisfano i requisiti di sicurezza, anche in assenza di crisi sismica".
La situazione da ’codice rosso’, come scritto nella relazione tecnica finale del 31 ottobre 2023, dove venivano anche illustrate le tre simulazioni di crollo, ha orgini lontane. La novità, rispetto a quello che emerge dai verbali successivi, dal 2021 in poi, è che i tecnici del Cts nel 2019 hanno una visione comune, tanto da sottolineare che il "Comitato unanime ritiene che l’unico criterio guida sia quello della precauzione", vista l’impossibilità di "definire soglie d’allarme". Da qui, la necessità di prevedere "un piano di emergenza e sicurezza" e una "struttura di salvaguardia" anche a supporto dei lavori di diagnosi e consolidamento. Seguono – nel 2020 – note e relazioni sui rischi "di collasso 10mila volte oltre la norma", poi le varie riunioni del 2021 dove, ad agosto, si spiega che il tempo di vita della Garisenda è "scaduto".
Poi si discute sulle "iniezioni di malta" nella base, delle oscillazioni della Torre fino all’allarme a ottobre 2023 della Soprintendenza e del ministero, fino alla decisione del sindaco Matteo Lepore di chiudere l’area attorno alla Torre. Critiche le opposizioni con il capogruppo leghista Matteo Di Benedetto: "Lepore ha sostenuto che non era mai stato informato della gravità della situazione fino all’ottobre 2023, ma nel 2019 il Cts aveva informato Merola della necessità di misure urgenti. Quindi Merola non ha condiviso con la sua giunta, Lepore compreso, le informazioni? O si accusa Merola di non avere passato a Lepore i documenti? O Lepore era in possesso del fascicolo? Chiediamo risposte precise". Attacca anche Stefano Cavedagna, capogruppo di FdI: "Da quel che emerge dalle carte, già alla prima riunione del Cts si ammonì il Comune sulla stabilità e la sicurezza della Garisenda. A inizio 2019, inoltre, si chiedeva di isolare l’area ai pedoni e limitare il più possibile il traffico e, di conseguenza, i mezzi pesanti. Si parla poi di necessità di un Piano di Protezione civile con urgenza. Tutte cose mai fatte dal Comune, o fatte solo ora. A nostro avviso c’è una colpa della giunta Merola e poi Lepore per tutto questo. Si potevano evitare tutti questi disagi".