BENEDETTA CUCCI
Cronaca

I 70 anni dell’Antoniano, l’intuizione di un francescano. Sfamare i poveri con la cultura

Pasti caldi dal 1954. La mensa vive grazie al teatro, allo Zecchino d’Oro e al Piccolo coro. Il direttore: "Aiutiamo stranieri, anziani, ma anche chi col suo stipendio non ce la fa più"

Antoniano di Bologna, l’attuale direttore frate Giampaolo Cavalli

Antoniano di Bologna, l’attuale direttore frate Giampaolo Cavalli

Bologna, 22 maggio 2024 – L’Antoniano fa Settanta. Succede il prossimo 13 giugno, giorno di Sant’Antonio di Padova, cui il convento francescano nato nel 1954, fu dedicato da padre Ernesto Caroli, il suo fondatore, mancato nel 2009.

E via Guinizelli, la strada di Bologna su cui si affaccia questa iconica istituzione, culla di solidarietà e cultura, sarà in festa per due giorni con tutte le sue attività.

Prima la messa, poi il pranzo per gli ospiti della mensa e infine il concerto del Piccolo Coro, come ricorda il direttore, frate Giampaolo Cavalli, riflettendo su tutto quello che Antoniano racchiude in sé.

A cominciare dalla preziosa mensa per le persone in difficoltà, inaugurata proprio settantanni fa con il cinema-teatro che ne avrebbe dovuto sostenere i costi – un’intuizione geniale -, perché nella visione di padre Ernesto ai più poveri si doveva offrire pane, beni di prima necessità e un servizio "come al ristorante".

Dal 1954 a oggi sono stati oltre 3 milioni i pasti distribuiti e le porte della mensa non hanno mai chiuso, neppure un giorno, rimanendo sempre a disposizione di tutti. Un "tutti", afferma frate Giampaolo, che di anno in anno diventa un numero sempre più alto.

"Magari non ci fosse bisogno di queste strutture e di questi servizi - osserva - ma la fila media giornaliera di persone bisognose va dai 230 ai 280, e dall’estate dell’anno scorso il numero è molto spesso più vicino ai 300. La domanda è diventata più impellente".

E prosegue: "La cosa che mi fa molto pensare, perché si tratta di un segnale forte da non sottovalutare, è che le persone che accedono alla mensa non rappresentano un gruppo specifico ma sono molto trasversali. Fanno certamente tanta fatica i profughi o quelle persone arrivate in Italia da poco, ad esempio dal Nordafrica o da altre parti del mondo in grande difficoltà, ma la causa dell’aumento non sono loro, bensì l’anziano, le donne che prima riuscivano a fare un piccolo lavoro e a mantenere la famiglia, sono giovani, cinquantenni, persone che con la loro busta paga non riescono a far fronte alle necessità primarie".

L’Antoniano è davvero il luogo unico - e si spererebbe imitabile -, in cui il principio "con la cultura non si mangia" crolla miseramente.

Perché è grazie al cinema-teatro, attualmente protagonista di un grande restyling che lo restituirà simile a un ‘piccolo Ariston’, che la mensa funziona. A partire dalla fine degli anni Cinquanta, poi, alla distribuzione dei pasti e alle attività di carità e solidarietà si sono affiancati lo Zecchino d’Oro, nato nel 1959, e il Piccolo Coro dell’Antoniano, fondato nel 1963 da Mariele Ventre e dal 1995 diretto da Sabrina Simoni: il suo canale youtube conta oltre 2,3 milioni di iscritti e più di 2 miliardi di visualizzazioni.

Ed è anche grazie a queste due realtà che, attraverso sette decenni, Antoniano si è trasformato in un luogo "dove la musica diventa pane".

Fin dalla loro creazione sostengono infatti i numerosi progetti solidali attivi su tutto il territorio nazionale, aiutando ad ampliare la rete di mense francescane che, in Italia e nel mondo, offre pasti e aiuto attraverso la campagna "Operazione Pane", che nel 2023 ha visto crescere dell’11,3% il numero dei nuclei familiari aiutati (+99% rispetto al 2019), per un totale di 1.552 famiglie — tra 943 mamme, 683 papà e 1.440 bambini e bambine —, alle quali si aggiungono i 7.697 adulti singoli (+11% sul 2022).

Tutto questo e molto ancora è Antoniano, una società utopica possibile, si potrebbe dire.

"Ed è così - conclude frate Giampaolo - perché è nato a Bologna, radicato in una città formata attorno a un’università, luogo di giovani e futuro, che porta a strade sconosciute".