NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Espulso l’imam che sostiene Hamas: “Favorisce i terroristi”. Il giudice convalida

La polizia ha prelevato Khan Zulfiquar, pakistano di 54 anni, in casa. Era la guida del centro islamico ‘Iqraa’ di via Jacopo Di Paolo. Il suo legale: “Ho mandato per presentare, entro i termini il ricorso al Tar”

Khan Zulfiquar, 54 anni, imam del centro islamico ’Iqraa’ di via Jacopo di Paolo

Khan Zulfiquar, 54 anni, imam del centro islamico ’Iqraa’ di via Jacopo di Paolo

Bologna, 9 ottobre 2024 – L’imam Khan Zulfiquar era in casa, ieri mattina, quando è arrivata la polizia a prelevarlo. In esecuzione di un provvedimento di allontanamento urgente dal territorio nazionale, firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per motivi di sicurezza, Zulfiquar è stato accompagnato in Questura.

Oggi, al termine dell'udienza di convalida il giudice del Tribunale civile, Emanuela Romano, ha sciolto la riserva convalidando l'espulsione. Dunque l’imam lascerà l’Italia nelle prossime ore. Diversi gli agenti di polizia che hanno presidiato l'ingresso del Tribunale, così come l'aula dove si è svolta l'udienza, davanti alla quale erano presenti cinque agenti della Digos. Una volta terminata, l'imam pachistano è stato riaccompagnato in Questura. Ora che c’è la decisione del giudice si andrà al Tar, ha fatto sapere la difesa e Khan Zulfiquar attenderà l'esito del ricorso lontano dall'Italia. 

Prendiamo atto della decisione del Tribunale civile di Bologna, sezione immigrazione, di convalidare il provvedimento di espulsione del ministro Piantedosi a carico dell'Imam Zulfiquar - ha detto l'avvocato Francesco Murru - Pur avendo la difesa presentato tutte le motivazioni formali e sostanziali ostative alla convalida, espresse anche personalmente da Zulfquar, come ha chiarito la stessa pronuncia del giudice il controllo dell'autorità giudiziaria ordinaria sul provvedimento di allontanamento deve essere limitato alla regolarità e tempestività della misura adottata dal questore - ha spiegato ancora il legale - senza che il giudice della convalida debba o possa esercitare un controllo sulle ragioni dell'atto, valutazione rimessa all'eventuale giudizio di merito da promuoversi davanti al Tribunale amministrativo regionale”.

Murru ha poi sottolineato che “il signor Zulfiqar, che era molto sereno, e rimane fiducioso verso le istituzioni e la magistratura, stamane mi ha conferito mandato anche per presentare entro i termini (30 giorni, ndr) il ricorso al Tar, dove potranno essere valutate anche le ragioni sostanziali di opposizione al provvedimento, che questo difensore intende in quella sede continuare a far valere con pervicacia”.

I motivi della richiesta di espulsione dell’Imam

Pakistano di 54 anni, imam del centro islamico di via Jacopo Di Paolo e presidente, dal 2016, dell’associazione culturale Iqraa, Zulfiquar, si legge nel provvedimento, "è emerso all’attenzione sotto il profilo della sicurezza dello Stato dall’autunno 2023 per il suo crescente fanatismo ideologico e per la sua propensione verso posizioni radicali di matrice islamica, connotate da un forte risentimento antioccidentale e antisemita e da una retorica omofoba e antifemminista". Posizioni che, nei mesi, avevano attirato l’attenzione della Digos prima (è indagato per istigazione a delinquere) e poi anche di esponenti del Governo, come il senatore bolognese di FdI Marco Lisei, che aveva presentato un’interrogazione proprio a Piantedosi per valutarne un’espulsione.

Espulsione che è stata firmata il 4 ottobre dal ministro ed eseguita ieri dal personale dell’ufficio Immigrazione della Questura. Tra le considerazioni che hanno spinto alla firma del decreto, alcune frasi che l’imam avrebbe pronunciato nel corso dei suoi sermoni - in italiano - del venerdì, pubblicati sui suoi canali social.

Nell’ambito di questi incontri, si legge nel provvedimento, avrebbe definito l’omosessualità come "una malattia da curare, che ogni mussulmano ha il dovere di contrastare per evitare conseguenze catastrofiche, quali l’estinzione stessa del genere umano" e criticato le donne occidentali, disapprovate perché ritenute troppo emancipate. Posizioni divenute ancora più estreme a seguito dell’esplosione del conflitto in Palestina: nell’atto viene citato un video pubblicato sui social a novembre 2023, ‘Message for Afghanistan taliban’, nel quale l’imam condivideva un appello dei "mujahidin di Hamas nel quale americani, tedeschi, francesi, inglesi e italiani sono accusati di sostenere ‘gli impuri sionisti’"; in un altro video, dell’aprile scorso, Zulfiquar invocava Allah "affinché distrugga gli oppressori – si legge nelle motivazioni del provvedimento –, ossia gli stati occidentali che appoggiano Israele".

In particolare, però, i presupposti della presunta pericolosità sociale del cinquantaquattrenne si concretizzerebbero nei contatti che, nell’ambito delle attività di indagine portate avanti, sono emersi tra Zulfiquar e soggetti vicini all’Islam ultra radicale. Una situazione che, per gli inquirenti, lo metterebbe nelle condizioni di favorire l’infiltrazione, nel Bolognese, di organizzazioni "para-terroriste" e, allo stesso tempo, di favorire, tra chi lo segue, "processi di radicalizzazione violenta". Un contesto che, per l’analisi condotta dal ministero, dimostrerebbe la mancata integrazione e il rifiuto dell’imam dei valori dell’Italia, dove lo stesso vive dal 1995, dove sono nati i suoi tre figli (cittadini italiani) e dove l’uomo gestisce un’impresa con otto dipendenti. Presupposti che, tuttavia, in casi di acclarata pericolosità sociale "non possono costituire immunità assoluta dalla possibilità di essere allontanati", prevalendo le ragioni di sicurezza dello Stato.