Un nuovo governo per l’Alma Mater, una nuova squadra su cui contare. A quasi tre anni dal primo mandato del rettore Giovanni Molari, il sistema di Unibo, tra prorettori e deleghe, si rinnova e cambia assetto. Il cambio ai vertici, che accompagnerà l’ateneo fino al 2027, segna nuovi ingressi e due saluti: sono quelli dei professori Alberto Credi e Roberto Vecchi, che dopo tre anni di lavoro nel corpo del prorettorato, lasciano spazio ad altri colleghi, certi che "chi prenderà il nostro posto, farà ancora meglio".
Alberto Credi, professore del dipartimento di Chimica Industriale e ricercatore, termina qui il percorso da prorettore alla Ricerca dopo "tre anni fantastici, di cui ho un bellissimo ricordo – inizia –. Ho lavorato con persone di grandissima qualità ed è stato magnifico aver potuto ammirare l’ateneo nella sua complessità ed eccellenza". Insomma, "se prima volevo bene all’Alma Mater – confessa Credi –, ora gliene voglio ancora di più. Sono soddisfatto di tutto ciò che è stato fatto, perché sono riuscito ad affrontare tutti i temi", senza lasciare indietro nessuna sfaccettatura del mondo della ricerca. Anche se "c’è ancora molto da fare – dice il ricercatore –. Abbiamo svolto un gran lavoro sulle attrezzature, cercando di metterle a sistema e di valorizzare ciò che l’ateneo possiede: non era mai stato fatto un lavoro di questo tipo". Per questo sono stati creati "dei nuclei di attrezzature che possono essere condivise, usate meglio con condizioni migliori di manutenzione – conclude Credi, sostituito da Stefano Fanti –. La ricerca scientifica non può prescindere da queste cose".
Roberto Vecchi saluta il prorettorato per la Didattica, seguendo l’insegnamento nel dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne. "Ma continuerò a collaborare con la governance – scandisce Vecchi –, anche se Nicola De Luigi (il nuovo prorettore) farà benisssimo, abbiamo lavorato insieme, con il team, cercando di trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità, qualità e capacità di realizzare le cose. Abbiamo cercato di dare un contributo". L’esperienza "è stata totalizzante e bellissima – spiega il professore –. Poter vedere l’offerta didattica nel suo insieme, con gli oltre 200 corsi di studio, è stato un privilegi". E parlando al cuore del sistema, "sono incredibili i dipartimenti – aggiunge –. L’area di formazione e didattica conta più di 300 tecnici amministrativi, che è quella che dà sostenibilità giorno dopo giorno alla grande nave che è l’ateneo. Una struttura tecnica amministrativa che trasmette tranquillità a chi lavora. Nel nostro caso, quello della didattica, i risultati dei lavori si vedono sempre dopo anni, ma abbiamo fatto del nostro meglio".
Vecchi si concentrerà sulla cattedra nel dipartimento, "ma spero di non sentire la mancanza del ruolo di prorettore – conclude –. L’idea di lavorare per migliorare la nostra università, che è pubblica, è importante". Tra le novità, l’introduzione della delega per la Didattica sostenibile. Al fianco del rettore resta come prorettrice Simona Tondelli.
Mariateresa Mastromarino