
Il Comune e la Città metropolitana chiedono al comitato anti-Passante il pagamento delle spese processuali. Associazioni ambientaliste denunciano ritorsioni e chiedono la revoca dell'ingiunzione di pagamento.
Dopo la sconfitta al Tar anche la beffa delle spese processuali. Il Comune e la Città metropolitana hanno chiesto al comitato anti-Passante ‘A.mo Bologna’ il pagamento delle spese di lite dopo la sentenza del Tribunale amministrativo del febbraio scorso, che ha respinto il ricorso contro l’infrastruttura. Una somma superiore ai 36mila euro per la quale è stata inviata ad ‘A.mo’ una ingiunzione di pagamento. Ora un cartello di associazioni contrarie al Passante, tra cui Bologna for Climate Justice, Extinction Rebellion, Fridays for Future, Legambiente, Wwf e Reca, chiedono la "revoca immediata" del provvedimento. Associazioni che, in alcuni dei loro membri, hanno come riferimenti politici esponenti di sinistra nella maggioranza che ha appunto multato il movimento di Chiara Marini.
"Un’ingiunzione – fanno sapere le realtà ambientaliste – che ha il sapore della ritorsione verso chi si oppone all’allargamento di tangenziale e autostrada, e di ricatto verso chiunque voglia, in futuro, opporsi alle scelte delle amministrazioni locali". Per di più, "proprio in queste settimane nella stessa maggioranza che governa a Palazzo d’Accusio – affermano le associazioni – sono emerse prese di posizione che mettono in discussione l’opera e la stessa Valutazione di Impatto Ambientale, realizzata ormai dieci anni fa. Il diritto di dissentire – ricordano ancora le realtà firmatarie – va garantito a chiunque, e l’ingiunzione di pagare più di 36mile euro non può essere trattata come una questione d’atti d’ufficio, ma come una scelta politica. Per questo, le realtà firmatarie chiedono la revoca immediata dell’ingiunzione di pagamento. "Ci aspettiamo, perciò, che tale ingiunzione venga ritirata, e che venga garantito il diritto di chiunque a dissentire senza dover pagare un pesante prezzo economico".