I negozianti sui ristori: "Un passo avanti. Ma queste risorse devono arrivare subito"

I commercianti dopo l’accordo verbale tra Comune e categorie "Bene che si pensi a nuovi contributi. Ma c’è troppo iter burocratico. I finanziamenti servono al più presto altrimenti chiuderemo bottega".

I negozianti sui ristori: "Un passo avanti. Ma queste risorse devono arrivare subito"

I commercianti dopo l’accordo verbale tra Comune e categorie "Bene che si pensi a nuovi contributi. Ma c’è troppo iter burocratico. I finanziamenti servono al più presto altrimenti chiuderemo bottega".

di Mariateresa Mastromarino

L’idea che il Comune e le associazioni di categoria "si siano messe a tavolino" per erogare tre milioni di euro l’anno per il prossimo biennio "ci fa ben sperare, vuol dire che c’è stata una presa di coscienza reale". Sicuramente, però, "c’è bisogno che le risorse vengano stanziate ed erogate direttamente ai negozianti, snellendo l’iter dei bandi".

È un sorriso a metà quello dei commercianti colpiti dai cantieri del tram, perché finché i ristori - su cui palazzo d’Accursio e le categorie si stanno ancora confrontando - "non arrivano nelle nostre tasche, sono solo parole – è la voce collettiva –. La verità è che non possiamo rischiare di perdere altre botteghe". Botteghe che ne stanno pagando il pegno in lungo e in largo sotto le Due Torri: dal centro alle zone periferiche, come Fiera e Corticella, i lavori investono le nostre attività commerciali. Sono quelle di via San Felice a tirare un sospiro di sollievo grazie alla riapertura dell’incrocio con via Riva Reno. "Ma è un respiro momentaneo, visto che ad aprile ripiomberemo nella chiusura – mette in chiaro Francesco Ardissone, di Ardissone collezionismo –. Speriamo che, con la seconda interruzione, ci siano aiuti effettivi, perché ora l’accordo è solo verbale. Staremo a vedere".

I contributi iniziano a essere fondamentali, perché "registriamo già dei cali – continua Ardissone –. Ma deve essere chiaro che non siamo qui a chiedere solo dei soldi, vogliamo supporto: sarebbe importante creare le condizioni per poter continuare a lavorare, visto che siamo davvero colpiti dal lavoro". Tra le condizioni, "avere a disposizione delle aree, in centro o in periferia, in cui dare vita a dei mercati per le attività danneggiate dai lavori", propone Ardissone.

All’ombra del cantiere di Riva Reno, c’è Pencil Cartoleria che, al momento, non sta "riscontrando grandi cali, perché ci siamo attivati per tempo e attingendo dalle nostre tasche, perché i bandi sono a divenire – spiega Miriam Degli Esposti –. Ma c’è da dire che in quattro mesi i lavori sono avanzati di trenta metri". Ma "i fondi destinati alla mitigazione, le tranche di bandi e gli ammortizzatori legati agli sgravi di tasse – aggiunge – erano già stati previsti. Bene che le associazioni abbiano deciso di intervenire, lavorando insieme con il Comune. Ma quei milioni non serviranno a pieno a ristorare quelle attività che hanno chiuso o hanno poggiato sul banco il 41% degli incassi". Concludendo, "sono felice che si sia presa coscienza – conclude Degli Esposti –. Forse, anziché posizionare i cartelli con sopra scritto che c’è il cantiere del tram, si sarebbero potute citare le attività nascoste dietro al cantiere". Più critica Giovanna Verde della tabaccheria Grigio Fumo. "Abbiamo bisogno di risorse dentro i nostri negozi – tuona –. Al momento, gli aiuti che ci sono stati non sono stati davvero aiuti: le risorse devono essere mirate in base ai cali di fatturato. I bottegai stanno chiudendo e io non so se arriverò fino alla fine dei lavori".