REDAZIONE BOLOGNA

"Ho cambiato casa già cinque volte a Bologna: l'emergenza abitativa"

Studenti fuorisede a Bologna: emergenza abitativa, prezzi non sostenibili, liste di 200 firme, necessità di aumentare finanziamenti e borse di studio. Movimento studentesco ‘Cambiare rotta’ manifesta per diritto allo studio dignitoso.

"Trovare casa a Bologna è diventato impossibile. I prezzi non sono più sostenibili, come può un ragazzo permettersi una doppia a 600 euro? Tra l’altro nemmeno in centro". Alice è una delle tante attiviste del movimento studentesco ‘Cambiare rotta‘ che ieri ha manifestato piantando le tende davanti al Rettorato di via Zamboni 33. La studentessa vive sotto le Due Torri dove frequenta il primo anno di Geografia all’Alma Mater. La sua, come quella di moltissimi altri studenti fuorisede che cercano un alloggio, è una storia piena di difficoltà.

"Ho cambiato casa cinque volte – sottolinea – prima di trovare una stanza a un prezzo ragionevole. Già dall’anno scorso compiliamo le liste per la casa e i numeri fanno capire quanto sia serio il problema dell’emergenza abitativa a Bologna". Liste che, a oggi, sono arrivate a contenere più di 200 firme dei vari studenti universitari che non riescono a trovare una casa.

"Vogliamo un aumento – sottolinea la studentessa – e una programmazione migliore dei finanziamenti per la costruzione di studentati pubblici. Non solo, c’è anche una forte necessità di rimettere mano alle borse di studio e ai bandi in generale. Ci siamo resi conto che sono insufficienti e non garantiscono un diritto allo studio dignitoso". Su questo punto, l’attivista snocciola i dati: le graduatorie per gli alloggi relative allo scorso anno accademico contano più di 27mila idonei a fronte di soli 3.638 posti disponibili. "Stiamo vedendo sorgere – conclude Alice – sempre più studentati privati. Anche nelle residenze che sembrano più alla portata degli studenti, una doppia non si paga meno di 500 euro a testa. Sono stati dati un sacco di finanziamenti, spazi ed edifici ai privati andando poi a creare delle lacune strutturali per quanto riguarda il diritto all’abitare".

Chiara Caravelli