NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Guerriglia in città. Volti ‘noti’ in piazza. Trenta identificati. Video al setaccio

Digos e Nucleo informativo al lavoro su centinaia di filmati. Dopo i roghi in piazza Verdi due uomini bloccati dai carabinieri .

Digos e Nucleo informativo al lavoro su centinaia di filmati. Dopo i roghi in piazza Verdi due uomini bloccati dai carabinieri .

Digos e Nucleo informativo al lavoro su centinaia di filmati. Dopo i roghi in piazza Verdi due uomini bloccati dai carabinieri .

I primi due nomi cristallizzati nelle indagini per la devastazione di sabato sera sono quelli degli esponenti di area anarchica fermati dalla polizia durante assalti e scontri. A questi, presto, si potrebbero aggiungere anche due trentenni egiziani, fermati dai carabinieri del Nucleo Informativo e del Radiomobile intorno all’una di notte, mentre piazza Verdi bruciava, in largo Trombetti. I due, che non hanno precedenti per reati di piazza, avevano in mano delle spranghe di ferro, con tutta probabilità sottratte durante gli assalti ai cantieri che si erano appena consumati in tutta la città. Per questo adesso i militari dell’Arma stanno lavorando per approfondire la loro posizione, capire se, come si sospetta, possano aver preso parte ai disordini, anche soltanto sulla spinta della confusione generale, e che ruolo abbiano avuto.

Questo mentre prosegue il lavoro di indagine: decine e decine di video, centinaia di minuti e frame sono in queste ore al vaglio di Digos e nucleo Informativo per riuscire a risalire all’identità degli autori delle violenze che hanno sconvolto la città sabato. Trenta attivisti, tra quelli che affollavano piazza San Francesco, sono stati già riconosciuti dalla polizia. Sono tutti esponenti di gruppi antagonisti e anarchici, volti insomma noti della contestazione bolognese: adesso, però, bisognerà capire se abbiano avuto o meno un ruolo attivo nelle cinque ore in cui il centro di Bologna è stato ostaggio dei facinorosi. Questo vuol dire comparare le foto e i video realizzati prima del disastro con quelli dei violenti travisati con passamontagna, sciarpe e cappucci che hanno spaccato tavolini e sedie e imbrattato tutta la città. Compresa la Basilica di San Petronio, dove sono state vergate due enormi scritte in vernice spray rossa, sul lato di via dell’Archiginnasio.

Oltre ai filmati girati quella sera dagli operatori delle forze dell’ordine, sono state acquisite anche le immagini riprese dalle tantissime videocamere pubbliche di sorveglianza presenti nelle vie toccate dal passaggio dei gruppi violenti. Quello che al momento sembra chiaro, è che i disordini siano stati innescati da un gruppo di ragazzini giovanissimi, molti di seconda generazione, che dopo aver rubato lo striscione per Ramy Elgaml affisso dai collettivi sul portone della chiesa di San Francesco, sono partiti all’attacco della polizia, lanciando di tutto contro gli agenti. Un assalto lampo, che ha sconcertato anche gli stessi operatori delle forze dell’ordine. Al blitz inaspettato dei giovanissimi sono seguite però azioni di guerriglia molto più ‘professionali’: il sospetto è quindi che i ragazzini, spostatisi nelle retrovie a fare numero, abbiano lasciato il posto a chi di disordini di piazza se ne intende. A quelle anime vicine alle frange anarchiche più violente, arrivate in piazza San Francesco già travisate. Il cambio di passo si è visto subito: dal lancio disordinato di oggetti dei ragazzini, si è passati alle barricate fatte con cassonetti dati alle fiamme e con gli assalti ai cantieri per prelevare spranghe e bastoni da usare contro polizia e carabinieri.

Ma come si sono incrociati questi mondi? Indubbiamente la piazza scelta, San Francesco, che il sabato sera è luogo di ritrovo di ragazzini e, come spesso emerso, anche di baby gang, ha influito. Così il fatto che al centro della manifestazione indetta dagli studenti medi con il Cua (che a un certo punto si è defilato) ci fosse la volontà di chiedere giustizia per Ramy: una vicenda che tocca le corde di molti ragazzi, soprattutto di seconda generazione. Tuttavia, non c’è stato il tempo di ricordare il ragazzo, morto a seguito di un incidente mentre scappava in scooter inseguito dai carabinieri: il presidio non c’è stato, non ci sono state parole per il diciannovenne. Tutto è stato svilito dalla devastazione, e la rabbia di questi ragazzini è diventata strumento di odio nelle mani di violenti organizzati.