Bologna, 28 febbraio 2022 - Kiev è assediata dai russi. Gli ucraini si difendono strada per strada. Ma Alexander e Tamara salgono sul pulmino che, in una ventina di ore, da Bologna li riporterà in Ucraina. Poi cercheranno di raggiungere la capitale. "Quella è la nostra terra, là c’è la nostra casa". "Sono arrivati qui la settimana scorsa per il primo compleanno del loro nipotino", spiega Anna, la nuora, in lacrime. Poi, la guerra. "Non so come faranno a tornare a Kiev, i ponti sono saltati. Chissà se li rivedremo...".
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Due pulmini con targa polacca mettono in moto. Sono carichi di aiuti: medicine, vestiti, alimenti a lunga conservazione. "In 16-18 ore siamo al confine ucraino", calcola uno degli autisti. Nataliya e Andrii scaricano dall’auto scatoloni di aiuti. "È come un sogno orribile, che nessuno poteva immaginarsi. Siamo preoccupati, là ci sono le nostre famiglie".
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-Alla sede della Belinterpost, corriere internazionale che fa la spola con alcuni Paesi dell’ex Unione sovietica, c’è la fila. Nel capannone di via Carlina 18/2, a Castenaso, si accumulano pacchi di cibo in scatola, vestiti, sacchi a pelo e medicinali. "Sabato abbiamo fatto un post su Facebook , e da allora è un continuo flusso di gente che vuole spedire aiuti", commenta Inesa, che coordina le operazioni I telefonini di Belinterpost – che si appoggia alla Meest Express di Leopoli, organizzatore del ponte di aiuti – non smettono di squillare. "Oggi – spiega Inesa – un camion da 20 tonnellate passerà a caricare tutto e continuerà per l’Ucraina. Raccogliamo ancora, fino alle 15". Se sarà necessario "organizzeremo altre spedizioni".
Wioletta è di Lodz, Polonia. Anche lei è arrivata a Castenaso con la macchina carica di scatolame e beni di prima necessità. "Come comunità polacca di Bologna ci siamo organizzati per raccogliere aiuti, abbiamo un gruppo Whatsapp. Finora abbiamo portato cibo, prodotti per l’igiene, pannolini". Anche Irina aspetta il proprio turno per scaricare le cose che ha portato. "Il cibo da questa parte, qui i vestiti", smista Inesa. "In Ucraina ho la mamma malata, mia figlia e due nipoti", racconta Irina. "Le scuole sono chiuse, sono tutti a casa". La preoccupazione è tanta. Soprattutto per il genero. "Il marito di mia figlia è nella zona di Vinnitsa – spiega Irina –. È andato al fronte come riservista".