Bologna, 28 novembre 2024 – La difesa di Giampiero Gualandi, il vigile urbano di 63 anni accusato dell’omicidio della collega di 33 Sofia Stefani, raggiunta da un proiettile allo zigomo partito dall’arma d’ordinanza di Gualandi, suo ex comandante e con cui aveva avuto una relazione, ha depositato una nuova istanza di alleggerimento della misura cautelare.
L’omicidio avvenne il 16 maggio scorso proprio all’interno dell’ufficio di Gualandi, nel comando di polizia locale di Anzola; da quel giorno, Gualandi è in carcere. Di recente però il suo avvocato, Claudio Benenati, ha chiesto i domiciliari, che erano stati concessi dal gip Domenico Truppa, benché mai eseguiti perché non c’era disponibilità di braccialetti elettronici.
La Procura però, con il procuratore aggiunto Lucia Russo e il sostituto Stefano Dambruoso, si oppose; poi, il Riesame annullò l’attenuazione per una questione tecnica, ossia l’assenza della preventiva comunicazione alle persone offese dell’istanza. Così, colmata questa ’lacuna’, l’avvocato Benenati ha depositato la nuova richiesta di attenuazione della misura.
La parte offesa, con i genitori di Sofia rappresentati dall’avvocato Andrea Speranzoni, può presentare opposizione. Nei confronti di Gualandi, la Procura intanto ha chiuso le indagini e chiesto il giudizio immediato per omicidio aggravato dai futili motivi e dall’averlo commesso su una persona a cui era legato da rapporto affettivo. Una data per il processo ancora non c’è, ma potrebbe essere fissato per la primavera.
L’ex comandante si difende dicendo che si trattò di un incidente, e che lo sparo partì per sbaglio durante una colluttazione nata dopo che Stefani entrò come una furia nel suo ufficio perché non voleva accettare la fine della loro relazione.