FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Gualandi, Natale a casa per il vigile che ha ucciso la collega Sofia Stefani

L’ex comandate di Anzola di 63 anni ha ricevuto il braccialetto elettronico che attendeva da quando il gip Truppa aveva alleggerito la misura cautelare trasformandola in arresti domiciliari

Bologna, 27 dicembre 2024 - Giampiero Gualandi ha trascorso il Natale a casa. L’ex comandante della polizia locale di Anzola, 63 anni, accusato di avere ucciso con un colpo della sua pistola d’ordinanza la collega con cui aveva avuto una relazione, la 33enne Sofia Stefani, ha infatti ricevuto il braccialetto elettronico che attendeva da quando, all’inizio del mese, il gip Domenico Truppa aveva alleggerito la misura cautelare trasformandola da carcere ai domiciliari. La procura però - pm Stefano Dambruoso, con l’aggiunto Lucia Russo - ha immediatamente fatto appello avverso a questa ordinanza, così questa mattina si è tenuta l’udienza davanti al tribunale del Riesame: i giudici dovranno decidere se mantenere i domiciliari per l’indagato o meno.

Giampiero Gualandi, l'ex comandante dei vigili urbani di Anzola nell'Emilia (Bologna) accusato dell'omicdio della collega 33enne Sofia Stefani con cui aveva avuto una relazione extraconiugale
Giampiero Gualandi, l'ex comandante dei vigili urbani di Anzola nell'Emilia (Bologna) accusato dell'omicdio della collega 33enne Sofia Stefani con cui aveva avuto una relazione extraconiugale

L’avvocato di Gualandi, Claudio Benenati, aveva chiesto i domiciliari per il proprio assistito a novembre e il gip li aveva concessi, ma il Riesame li aveva poi annullati per un difetto di notifica alle parti offese, ossia i familiari di Sofia, difesi dall’avvocato Andrea Speranzoni. Elemento di novità che ha portato alla rinnovata richiesta di scarcerazione, fa sapere l’avvocato Benenati, è “il parere degli psichiatri del carcere, che hanno ritenuto il mio assistito assolutamente equilibrato e in grado di affrontare a casa la custodia cautelare”.

Infatti, per il gip, Gualandi quando sparò era in una situazione psichica “di forte stress”, dovuta alla relazione altalenante con l’amante che non si rassegnava alla fine della loro relazione, una condizione che, scriveva ancora il giudice, “non pare davvero possa essere ripetibile in ambito domestico". I giudici del Riesame si sono riservati e decideranno a breve. Gualandi risponde di omicidio volontario aggravato. Sparò e uccise la collega nel proprio ufficio nella sede di polizia locale di Anzola il 16 maggio scorso: lui da sempre sostiene si sia trattato di un incidente, di un colpo partito per errore durante una colluttazione con la donna. Il 17 febbraio comincerà il processo a suo carico, davanti alla Corte d’assise.