REDAZIONE BOLOGNA

Gru collassa in mezzo alla strada Danni e paura in via Marzabotto

Crollo provocato da un silos alto cinque metri che, cedendo, ha spezzato il basamento del macchinario. Sotto la lente le condizioni del terreno rese fragili dalla pioggia. La Procura apre un’inchiesta

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di Nicoletta

Tempera

Un boato, come quello di una bomba. E poi una nube di polvere che si alza tra le case. E quando la nebbia si solleva, resta una gru, caduta giù come una tessera del domino. La base a tagliare a metà via Marzabotto. Il braccio appoggiato contro un palazzo di otto piani. In mezzo, il miracolo: nessuna vittima, nessun ferito. "Il Signore – dice chi ci crede – ci ha messo la mano". Ed è difficile non pensarlo, considerando i mille fattori di rischio evitati per un attimo fatale: la frequenza in cui i bus linea 19 passano nella strada, la possibilità di auto ferme al semaforo alle 12,40 di un giorno qualsiasi feriale, i tanti che attraversano quel percorso per raggiungere il vicino ospedale Maggiore. Un miracolo.

Ma quando si alza la polvere, quando passa l’adrenalina del pericolo scampato, resta la necessità di capire. Una necessità di cui si è fatta già carico la Procura, aprendo un’inchiesta - ancora senza titoli di reato - affidata al pm Tommaso Pierini, con le immediate indagini svolte dai poliziotti del commissariato Santa Viola, i primi a intervenire in via Marzabotto assieme ai vigili del fuoco. E a ricostruire quanto accaduto.

Prima di tutto, il cantiere. Lì dove un tempo c’erano l’ex sede dell’Aci e una Casa del popolo, affidata per cinque anni all’associazione Venti Pietre, sta adesso sorgendo un complesso abitativo, con i lavori affidati alla ditta Aedes. All’interno del cantiere, la gru prodotta da Ceer Res Omnia, e affittata dalla ditta per il tempo necessario alla costruzione del palazzo. Proprio di fianco alla gru, era sistemato un silos alto circa cinque metri, contenente cemento. È stato questo a cedere per primo, finendo sul basamento della gru e spezzandolo. Un cedimento che pare dovuto - ma è tutto da stabilire - alle condizioni del terreno dove la grossa cisterna era poggiata, condizioni rese fragili dalle forti piogge cadute martedì.

Insomma, la terra avrebbe ceduto, il silos vi sarebbe affondato dentro, sbilanciandosi e finendo, con il suo enorme peso, contro la gru. Che, a quel punto, è precipitata, parte in strada, parte contro il palazzo di fronte, parte sopra il tetto. Distruggendo un balcone all’ultimo piano, facendo tremare il suolo come un terremoto, sfondando i garage, alcuni letteralmente esplosi. Sono state dunque attivate anche le unità cinofile dei pompieri, perché fiutassero tra le macerie eventuali presenze umane. Per fortuna non hanno trovato nessuno neanche lì sotto. Sul posto sono intervenuti anche carabinieri e polizia locale.

E adesso. Ora in via Marzabotto, a monito di una strage sfiorata, la gru è ancora lì, come il cadavere di un enorme dinosauro a chiudere la strada. Che non si sa quando sarà di nuovo aperta: il cantiere è infatti stato posto sotto sequestro e, fino al termine delle esigenze d’indagine, non si tocca nulla. Per il momento, la viabilità è deviata. Va meglio ai residenti del palazzo investito dalla gru: che, a seguito della perizia dei vigili del fuoco, non ha mostrato problemi di stabilità. Motivo per cui, eccetto alcune aree (i garage, il balcone sfondato e parte del vano scale), il condominio è agibile e gli abitanti sono potuti tornare, nel pomeriggio, nelle loro case. Il Comune aveva già allertato il Pris nell’eventualità che qualcuno fosse stato costretto a trascorrere la notte fuori. Ma non è stato necessario.