Bologna, 21 ottobre 2024 - Via San Mamolo è una lunga scia di fango. Ai lati della strada ammassi di vestiti, oggetti, testimonianze di ciò che era e che non è più. Sabato sera, durante l’alluvione, la strada era un grande fiume di acqua e detriti. Cassonetti che galleggiavano insieme a mobili e letti.
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Oggi, a due giorni di distanza dall’ennesima alluvione che ha piegato Bologna, è il tempo della ripartenza. Quella lenta e dolorosa a cui queste persone sono ormai abituate. "Sabato sera ero a casa con la mia ragazza – racconta Leonardo Bernal, residente di via Mezzacosta – poi a un certo punto la strada era diventata un fiume in piena. Le cantine e le scale erano completamente sparite, sommerse d’acqua fino al soffitto e così sono rimaste per quasi sette ore. Lì dentro c’erano quarant’anni di ricordi, cose che adesso non esistono più e abbiamo dovuto buttare”.
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Leonardo continua a spalare fango da giorni, senza sosta, dalle 8 la mattina alle 20 la sera, fin quando si può. "Sto facendo tutto il possibile – spiega – ho preso anche diversi giorni di permesso a lavoro per cercare di salvare quello che rimane. La cosa bella è che sono arrivate tantissime persone ad aiutarci, è una macchina di solidarietà che non si è mai fermata”.
Accanto a lui, poco distante, anche Luca Cavallari, proprietario dell’edicola di via San Mamolo, prova a trovare le parole e la forza per reagire. “Con mia moglie – sottolinea – ci siamo attivati subito per mettere in sicurezza l’attività e fortunatamente ci siamo riusciti. La nostra cantina e il nostro garage sono completamente sommersi dall’acqua e la roba è tutta da buttare. Abbiamo cercato subito di liberare i tombini, ma la situazione era davvero critica. Penso sia arrivato il momento di capire che non viviamo più in un posto sicuro per questi tipi di fenomeni e dobbiamo attrezzarci di conseguenza, fin quando tutto questo non sarà fatto non cambierà niente”.
Salendo per via San Mamolo si arriva all’officina di Jitender Singh, un ragazzo indiano di 29 anni che ha aperto l’attività un anno e mezzo fa e che oggi si ritrova senza niente. Il suo negozio è stato completamente invaso dall’acqua: "Abbiamo subito dei danni enormi – racconta trattenendo a stento le lacrime – e io sinceramente non so né da dove né come ripartire. Tutta l’attrezzatura è da buttare, solo di quella sono più di 50mila euro di danni, per non parlare delle macchine che avevo in negozio che sono state più di otto ore sotto l’acqua e non si recuperano più. Quello che è successo mi ha messo in ginocchio, vado avanti, ma così è dura. È un disastro”.