"Questa è mia nonna, Maria Ercolessi, moglie di Attilio Garagnani. Sono davanti all’ingresso della palazzina di via De Amicis 3, le famose case costruite nel 1909 dalla Cooperativa edilizia davanti alle scuole Casini, dove abitavano dal 1963, una volta rientrati in Italia dal Brasile". Angela Garagnani sfiora appena con le dita le piccole fotografie in bianco e nero incollate su un voluminoso raccoglitore. Ritraggono nonni, zii, genitori, amici e parenti che hanno tutti una cosa in comune: stavano nelle case operaie di Bazzano, le case fatte costruire all’inizio del ’900 da Carlo Termanini, sindaco di Bazzano dal 1906 al 1921, e quelle della Società Operaia erette a pochi metri di distanza già dal 1864. Un micromondo di storie che sta suscitando tanto interesse tra gli studenti del corso biennale di secondo livello in fotografia dell’Accademia delle Belle arti di Bologna.
"I miei studenti scalpitano dalla voglia di entrare in una o più di quelle case e raccogliere testimonianze come quella di Angela Garagnani. Sapere chi ci ha vissuto, che lavoro faceva, come viveva in queste case e come si è riusciti ad arrivare sino ad oggi", rivela Paola Binante, docente di fotografia all’Accademia. A guidare il cammino degli studenti di via Belle Arti qualche giorno fa nella Rocca di Bazzano c’erano due ciceroni d’eccezione: Guja Forni ed Ezio Predieri, alcuni dei Cinni del Campo dei Fiori, ossia gli ex ragazzi cresciuti nei campi che circondavano queste case degli operai. A loro si è aggiunto un personaggio di eccezione: Piero Orlandi, architetto. "Sono nipote del sindaco Termanini – confessa – era zio di mia madre". Le ricerche degli studenti dell’Accademia termineranno nel 2025 e confluiranno in una pubblicazione.
Nicodemo Mele