ELIA
Cronaca

Gli spinelli non sono ‘ragazzate’

Elia

Del Borrello*

Purtroppo, il problema delle droghe, nella nostra società, è erroneamente ritenuto appannaggio esclusivo delle forze dell’ordine, una questione da affrontare in un’ottica principalmente repressiva. Invece, è necessario ripensare quest’approccio, partendo proprio dall’educazione dei più giovani, illustrando i problemi che l’assunzione di marijuana e hashish porta. Una certezza supportata da dati scientifici, che non può essere ignorata. Ma queste droghe, nella ‘vulgata’ odierna, vengono banalizzate al punto da non essere più considerate neanche sostanze illegali. Lungi dal criticare l’uso terapeutico, nella terapia del dolore, della cannabis, mi chiedo invece con che coscienza si possa pensare alla legalizzazione urbi et orbi, conoscendo le peculiarità di simili sostanze. Come si possa consigliarne l’uso a persone sane.

Quindi sì ad un’azione preventiva, educativa. E sì a un inasprimento delle sanzioni per chi consuma, come suggerito dal procuratore Amato: penso, magari, a limitazioni per prendere il patentino per lo scooter, ad esempio. Il punto è che è necessario cambiare il punto di vista su queste sostanze, a torto ritenute innocue, ma che in realtà, in soggetti di età inferiore ai 21 anni, possono causare degli importanti problemi a livello cerebrale. E questa non è una considerazione mia, ma frutto di studio e osservazione del fenomeno a breve e lungo termine nelle diverse espressioni delle ricadute. È necessario un approccio diverso al problema, che parta dalla scuola, dalla famiglia. Un’educazione civica alla salute, per rispondere a questa etica dello sballo a tutti i costi, che gli effetti devastanti della pandemia e del lockdown hanno accentuato e reso ancora più evidente, portando il fenomeno a un livello preoccupante, che non può più essere ignorato. Che non può più essere considerato una ‘ragazzata’.

* Tossicologa