Bologna, 25 agosto 2023 –Paola Deffendi e Claudio Regeni portano ancora avanti la lotta per la verità e per la giustizia. È la prima volta che i genitori di Giulio Regeni – ricercatore ucciso al Cairo nel 2016 – accettano l’invito di un partito politico, e il pubblico, al loro arrivo, scoppia in un applauso che rimbomba all’interno dell’intero Parco Nord.
“Usiamo la parola solidarietà e, nel corso di questi sette anni e mezzo, c’è stato il gesto di affetto e l’impegno civile, che è coraggio di metterci la faccia - dice mamma Paola -. L’impegno civile vuol dire fare testimonianza, come la bandiera o il braccialetto giallo”.
Sul palco, con la bandiera gialla simbolo della verità per Giulio, i genitori illustrano il libro Giulio fa cose, che ricostruisce l’assassinio del giovane ricercatore e la vicenda giudiziaria. “Vogliamo giustizia per tutti i Giulio e le Giulia d’Egitto, anche per chi non conosciamo - inizia così il moderatore Giuseppe Giulietti -. La famiglia è testimonianza, e difende tutti noi”.
Da dove nasce il titolo lo spiega Claudio: “un amico, dopo la morte di Giulio - spiega - che continua a fare cose nonostante tutto. In quell’occasione ho organizzato una festa proprio come l’avrebbe voluta lui. Sulla copertina c’è il volto di Giulio, dove c’è una scritta: Giulio ucciso come un egiziano, che ricorda il regime di cui stiamo parlando. Basta una frase sui social per essere considerati terroristi. E di questo Paese noi siamo amici. Giulio amava le altre culture, con le quali metteva a confronto le sue radici e la sua storia e trovando un modo per vivere pacificamente”.
Al fianco dei coniugi Regeni, c’è l’avvocata Alessandra Ballerini: “Non ho più fiducia nelle istituzioni - afferma -. Abbiamo quattro responsabili per la tortura e per l’uccisione, e tra questi non può non esserci il presidente al-Sisi”.
Sul palco, anche la segretaria Pd Elly Schlein: “Siamo qui per rilanciare una richiesta di un impegno più forte da parte del governo italiano”, conclude. In prima fila, uniti nel dolore, ci sono i genitori di Mario Paciolla, assassinato in Colombia.