PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

Giulia Mitrugno Bologna: ecco il podcast che racconta il 'teatro di massa'

L'iniziativa stasera nella sede della Fondazione, in piazza Unità 4, con un concerto dei figli di Marcheselli, il musicista che ha inventato la filuzzi

Il teatro di massa, a cui partecipavano anche i partigiani

Bologna, 8 ottobre 2021 - Erano anni frenetici, quelli del dopoguerra a Bologna, la città guardava finalmente al futuro, si sprigionavano nuove energie, la cultura tornava ad avere un ruolo centrale nello sviluppo urbano, rivolgendosi non solo alla borghesia, ma anche al popolo. Con esperimenti sociali come quello, unico, nella storia nazionale, del teatro di massa. Una avventura straordinaria e poco conosciuta, che la studiosa Giulia Mitrugno ha ricostruito per la prima puntata della serie di podcast ’ Insieme. I luoghi della cultura popolare’ , realizzata in collaborazione con la Fondazione Duemila. L’iniziativa verrà presentata questa sera, nella sede della Fondazione (Piazza Unità, 4, ore 21), con un concerto dei fratelli Paolo e Marco Marcheselli , i figli di Leonildo, il musicista che ha ‘inventato’ la filuzzi. La prima puntata è disponibile da oggi su www.insiemeilpodcast.it

Dot ssa Mitrugno, il primo podcast racconta una Bologna che credeva nella cultura, come occasione di riscatto e di crescita.

"Il dopoguerra bolognese è stato il periodo del risveglio della cultura e della sua relazione con le trasformazioni sociali. I giovani intellettuali di allora, fortemente politicizzati, credevano che il sapere non dovesse essere più appannaggio di un’élite, che dovesse diventare un consumo popolare, di massa. E, per farlo, decisero di rivolgersi proprio al popolo, a chi, sino a quel momento, era stato tenuto lontano dalla fabbrica del sapere".

Lei, in particolare, ha ricostruito una realtà della quale si era persa memoria.

"Sì, il podcast rievoca la vicenda del cosiddetto ‘teatro di massa’, che ebbe proprio a Bologna il suo cuore artistico. Un gruppo di ragazzi, appassionati di teatro, si dedicò alla realizzazione di spettacoli nei quali le ‘masse’, appunto, non fossero solo fruitrici passive, ma protagoniste in prima persona, diventando gli attori intorno ai quali far gravitare la storia. Portando sul palco, per una rappresentazione, anche 500 persone prese dalla strada e dalle campagne. Una volta a Modena, per uno spettacolo allo stadio, furono convocati 2000 attori. Erano dei veri ’colossal’, interamente prodotti in maniera amatoriale da una compagnia che si chiamava GTV, Gruppo Teatrale Viaggiante della quale entrerà a far parte in seguito un giovanissimo Loriano Machiavelli".

Una compagnia che gravitava intorno a uno spazio preciso. "I teatranti ebbero in concessione la Casetta Rossa, una Casa del Popolo dalle parti di via Saragozza, che aveva, al suo interno, una sala molto ampia che non veniva utilizzata per le attività politiche e che fu adibita a spazio per le prove e deposito per i materiali che venivano poi usati per costruire i set degli spettacoli all’aperto".

Come faceva la compagnia ad avere la disponibilità degli strumenti necessari per allestimenti così imponenti? "Attraverso le donazioni di privati, ma anche di stituzioni culturali che ne avevano riconosciuto il valore come ‘esperimento’ sociale. Da una cooperativa di falegnami, che donò le assi per costruire un palcoscenico, fino al Teatro Duse, che offrì a Gruppo le luci che lì non venivano più utilizzate".

Il podcast verrà presentato questa sera con un concerto dei Fratelli Marcheselli... "La musica di Leonildo Marcheselli è stata la colonna sonora degli anni del dopoguerra, la filuzzi portava con sé la speranza in un futuro migliore e Marco e Paolo, i figli, che hanno suonato con il padre, hanno registrato, in esclusiva per il podcast, una versione di Polka Brillante, che ascolteremo proprio questa sera".