REDAZIONE BOLOGNA

Giovani palestinesi: "Zaki ci sta sostenendo"

Durante il collegamento dal Rettorato occupato, Patrick Zaki ha espresso solidarietà agli studenti. I Giovani palestinesi rivendicano il suo sostegno e chiedono un incontro pubblico con il rettore. L'associazione Student Office critica l'intervento dei manifestanti durante l'inaugurazione dell'anno accademico.

"Durante il collegamento dal Rettorato occupato, Patrick Zaki ha espresso la sua piena solidarietà alle studentesse e agli studenti in occupazione". Un messaggio chiaro, abbinato a un volantino altrettanto esplicito con la foto dell’attivista e una bandiera che celebra l’occupazione. Il gruppo dei Giovani palestinesi rivendica il sostegno di Zaki alla propria causa, sottolineando come l’ex studente dell’Alma Mater, sabato scorso, sia apparso in video collegamento durante un’assemblea. È d’impatto vedere come, sul profilo Instagram del gruppo, sfogliando i contenuti la locandina con Zaki non sia poi così distante dalla foto del rettore Giovanni Molari macchiata di sangue per sottolineare la mancata risposta alla richiesta di cessare le collaborazioni con Israele.

I Giovani palestinesi lanciano anche un appello: "È passata quasi una settimana dall’inaugurazione dell’anno accademico – scrivono gli studenti – [...] Da allora siamo in occupazione chiedendo al rettore un incontro pubblico per discutere del ruolo e delle responsabilità dell’Università rispetto a quello che accade in Palestina, e più in generale rispetto al colonialismo e all’industria delle armi. Il rettore non si è ancora fatto sentire e, nonostante dichiari ai giornali di essere disposto al dialogo, ancora non si degna di darci un incontro pubblico. Domani (oggi, ndr), in occasione del Consiglio di Amministrazione, andremo a chiederlo direttamente a lui".

Sul tema interviene anche l’associazione Student Office, che punta però il dito contro l’intervento dei manifestanti durante l’inaugurazione dell’anno accademico: "Quanto accaduto in questi giorni non può lasciarci indifferenti [...] Quanto più scandalizza è che alcuni collettivi hanno manipolato la realtà di ciò che è successo. La verità è che, nonostante le modalità discutibili, l’Ateneo ha concesso loro di parlare. Quanto sta accadendo in Medio Oriente ha del drammatico ed è giusto spendersi in tutti i modi per porre fine al conflitto. Tuttavia, creare dei nemici manipolando la realtà per avere qualcuno più vicino a noi contro cui puntare il dito, è un atteggiamento distorsivo".

Francesco Moroni