Bologna, 13 ottobre 2023 - Il suicidio in diretta TikTok del giovane influencer che si è tolto la vita per sfuggire ai cyberbulli ha scosso il mondo dei social, e non solo a Bologna. Ora il suo profilo è stato bloccato, ma l'eco di quel gesto è destinata a rimanere a lungo nelle coscienze.
FOCUS / Il padre accusa: distrutto dall’odio social
Aperto un fascicolo
Intanto sulla vicenda la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato. Secondo il padre del ragazzo, conosciuto con il nickname di Inquisitor Ghost, e come molti utenti della piattaforma sostengono, il 23enne sarebbe stato vittima di cyberbullismo, con false accuse di pedofilia. Al momento questa ipotesi non è stata ancora accertata dai carabinieri, che indagheranno in tal senso per individuare eventuali responsabili.
L'emergenza cyberbullismo
Elisabetta Scala, vicepresidente del Moige (Movimento Italiano Genitori) e Responsabile dell'Osservatorio Media, esprime la preoccupazione di molti: "Purtroppo, ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di suicidio di minore legato alla piattaforma TikTok. Un ragazzo fragile, che si è trovato esposto all'odio di bulli nascosti dietro una tastiera - commenta - Questo episodio, nella sua tragedia, ci mette davanti a due grandi problemi: il bullismo, sempre più diffuso in rete e nella vita reale, e il rapporto dei ragazzi con il web".
Il ragionamento è enerale: "I ragazzi, anche i bambini purtroppo, passano online un crescente numero di ore, il loro mondo diventa sempre più virtuale, arrivando a sviluppare una dipendenza simile a quella data dalle sostanze stupefacenti. Nel caso specifico di TikTok, è l'algoritmo a proporre i contenuti agli utenti. Sappiamo che ci sono creator molto bravi, e li abbiamo anche premiati nella nostra guida ai media, ma ci sono ancora troppi contenuti non adatti agli utenti più giovani".
"Necessario regolamentare questo social"
Ed ecco l'appello di Scala: "Proprio in questi giorni una coppia di genitori di Cassis ha accusato la piattaforma di 'istigazione al suicidio', per aver portato la loro figlia quindicenne a togliersi la vita a causa dei video proposti nel suo feed. Se da un lato è assolutamente necessario e urgente regolamentare meglio questo social, dall'altro c'è bisogno di maggior dialogo con i nostri figli, per far capire loro che non sono soli e siamo qui per aiutarli, invitandoli a denunciare ogni episodio di bullismo e fornire loro tutti gli strumenti per un uso più consapevole della rete".
Chi era l'influencer suicidatosi
Aveva appena 23 anni ed era noto con il nome di Inquisitor Ghost: sul social aveva quasi 300mila follower. Il giovare era un cosplay, si vestiva come il personaggio di uno dei più noti videogame di guerra, Call of Duty, con una maschera da teschio sul volto e una spada luminosa. La madre lo ricorda come un ragazzo sensibile, che suscitava molte invidie, al punto che alcuni utenti avevano inventato su di lui una storia aggressiva e diffamatoria, provocando in lui dolore e angoscia.