Il 23 aprile scorso aveva preso a colpi d’ascia la madre e poi il padre intervenuto per salvarla. Ieri però la giudice dell’udienza preliminare Nadia Buttelli ha riconosciuto la non imputabilità del ragazzo, 24 anni, dopo che la perizia psichiatrica del professor Renato Ariatti, consulente della Procura, ne ha certificato la "capacità di intendere grandemente scemata e quella di volere totalmente esclusa" a causa di un disturbo psicotico che affligge il giovane. Non solo: il reato, inizialmente configurato come tentato omicidio, è stato derubricato in lesioni aggravate dall’uso dell’arma. Anche se l’imputato, difeso dagli avvocati Luca Portincasa e Fabio Recchia, è stato comunque assolto appunto perché incapace di intendere e volere.
Otto mesi fa, in un appartamento in via Galimberti, zona Saragozza, l’aggressione scoppiò al termine di una lite. Il figlio afferrò l’arma, un’ascia da giardino, e colpì la madre di 59 anni. La donna fu raggiunta da tre fendenti, di cui uno, che ha causato la ferita più grave, alla schiena. Il padre, 66 anni, intervenne dunque in difesa della moglie, e nel farlo rimase ferito a un braccio, fortunatamente in modo non grave. Poi, i genitori fuggirono e corsero a chiedere aiuto a una vicina, che chiamò poi la polizia; mentre scappavano, il figlio scagliò un’ultima volta l’ascia contro di loro, ferendo di nuovo la madre alla schiena. Sul posto intervennero gli agenti del commissariato Santa Viola. La madre fu soccorsa dal 118 e trasportata all’ospedale Maggiore, dove fu poi curata senza versare mai in pericolo di vita; il padre venne medicato sul posto.
Il ragazzo, dopo l’aggressione ai genitori, tentò di togliersi la vita, dunque, seppur arrestato, venne direttamente condotto in ospedale; non è mai entrato in carcere. Tuttora vive in una struttura psichiatrica in città ed è in libertà vigilata. I genitori, che non si sono costituiti parte civile nel processo contro di lui, vanno regolarmente a trovarlo.
"Siamo soddisfatti soprattutto della riqualificazione del reato, cui tenevamo perché il nostro assistito non ha mai avuto intenzione di uccidere i genitori – così gli avvocati del 24enne, Portincasa e Recchia –. Merito anche delle nostre indagini difensive, che hanno chiarito che la madre non fu mai stata colpita al collo, come inizialmente contestato, né il nostro pronunciò mai la frase ’Vi ammazzo tutti’, riferita da un testimone".