Bologna, 28 agosto 2021 - È la storia di una mamma interessata a mettere insieme una squadra di pallacanestro con ragazzi senza Green pass. Ma in periodo di Covid parlare di certificato verde e profilassi sui social non sempre è semplice. Così la donna è stata travolta nella Rete dalle reazioni.
Green pass dall'1 settembre: per cosa diventa obbligatorio - Vaccino in farmacia: via in Emilia Romagna - Coronavirus oggi, il bollettino dell'Emilia Romagna del 28 agosto 2021. Dati
"C’è tanto odio e cattiveria in giro che i commenti ricevuti mi hanno spiazzata", ammette. Tutto inizia con la pubblicazione di un post sulla pagina Facebook ‘Le mamme di Bologna’ .
Ecco il testo: "Ho un figlio di 13 anni che gioca a basket, quest’anno per continuare a giocare chiedono il Green pass! Visto che lui non lo avrà sto cercando di organizzare una squadra coi ragazzi 2007, 2008 che hanno lo stesso problema! Per ora con altre mamme abbiamo trovato il campo! Se qualcuno è interessato mi scriva in privato".
La risposta del web non si è fatta attendere. E così, nel giro di poche ore "mi hanno accusata di proporre iniziative illegali, una persona ha scritto di aver fatto lo screenshot del post e la segnalazione alla polizia postale, non pensavo che si arrivasse a questo punto. Intanto, cercavo un campo all’aperto. E alla fine, se non lo troveremo, vuol dire che i ragazzi andranno ai giardini pubblici, in città ce ne sono tanti che non sarà difficile individuare uno spazio. Ma sono le parole cattive che mi hanno ferito".
La mamma aggiunge che le è stato ’suggerito’, per risolvere la situazione, di "far vaccinare il figlio oppure di sottoporlo al tampone ogni 48 ore. Ma non è questo l’approccio giusto, secondo me. Mio figlio ha 13 anni: è un mio diritto riflettere sulla profilassi – sottolinea la signora –. Non è possibile trovarsi davanti tante mamme che reagiscono con durezza, sembra che abbiano il sapere in mano. A settembre andrò dal pediatra e riferirò i miei dubbi, che poi sono concentrati sulle eventuali reazioni, e magari tra un mese sarà vaccinato. Al momento lascio la porta aperta, ma non voglio essere definita una no-vax. Se sono vaccinata? Questo non è importante, non sono io al centro del problema. E poi una persona può anche essersi immunizzata, ma essere contraria al Green pass che per me limita la libertà".
Il discorso si allarga. Alla donna sta a cuore l’aspetto sportivo: "Lo scorso anno mio figlio giocava in una squadra di basket ed è andato avanti facendo il tampone ogni 15 giorni. Adesso fare il test ogni 48 ore mi sembra troppo. E altri ragazzi saranno nelle sue condizioni. Per me c’è il rischio che diminuisca il numero degli adolescenti che praticano sport e le società potrebbero avere un calo di iscrizioni".
red. cro.