Bologna, 13 aprile 2023 – Dal Bronx di New York dove l’ex guardia della Virtus Allan Ray si dedica ai progetti per i più giovani alla Nba di Simone Fontecchio, ala pescarese cresciuta nel vivaio bianconero, tutti sono senza parole. Per chi ha vestito la maglia della V nera dal 2013 al 2020 è difficile credere che Giampaolo Amato, il ‘doc’, sia indagato per la morte della moglie e della suocera.
"Nel seguire la squadra – racconta il presidente della Fondazione Virtus Daniele Fornaciari – si è dimostrato un medico non solo molto diligente e competente, ma anche un professionista che aveva a cuore lo stato di salute dei suoi pazienti. In particolare con i giocatori riusciva a creare un legame particolare, una miscela di fiducia e amicizia, che portava anche i più diffidenti a seguirlo nel percorso di guarigione. Si recava a casa loro e si metteva anche a disposizione delle loro famiglie. Quando nel 2020 non venne confermato ci rimase male, ma da lì in poi ci sono stati gli ingaggi di grandi campioni e c’era bisogno di un dottore a tempo pieno e non di un medico che si dividesse tra la squadra e il lavoro in ospedale. Se non avessi letto i giornali penserei che si tratti di un errore, perché proprio non ti aspetti che un tipo così faccia del male a qualcuno".
Le indagini sono durate un anno e mezzo a dimostrazione di quanto la situazione si sia subito presentata molto complicata e delicata. "Credo di aver conosciuto una persona diversa rispetto a quello che dovrebbe essere chi compie una azione simile – prosegue –. La figura di un genio del male che prima avvelena la suocere e poi faccia lo stesso con la moglie per mettersi insieme a una donna più giovane di lui di circa 30 anni non è compatibile con quella di chi ha seguito la squadra per ben 7 anni. Sono molto combattuto perché allo stesso tempo mi dico che la magistratura avrà tante prove in mano per aver disposto il suo arresto. Davvero sono molto confuso e lo ripeto se non avessi letto che fin dall’inizio ci sono stati dei dubbi che poi hanno portato a chiedere altri approfondimenti, sarei pronto a scommettere che si tratta di un clamoroso sbaglio".
L’ultimo pensiero è ancora sull’operato del dottor Amato come medico sociale della Virtus. "La correttezza verso il giocatore infortunato e verso il club lo portava ad essere persona molto riservata. La riservatezza era uno dei suoi punti di forza. Alcuni giocatori si sono rivolti a lui anche quando non vestivano più la maglia della V nera. Dal punto di vista professionale è stato perfetto".