Bologna, 15 aprile 2023 – Le indagini nei confronti di Giampaolo Amato non sono ancora chiuse. E proseguono a spron battuto su un doppio fronte: non solo su quello che intende fare luce sulla morte della moglie, la sessantaduenne Isabella Linsalata, trovata senza vita nel letto di casa sua, in via Bianconi 6, il 31 ottobre del 2021 e poi risultata positiva a dosi massicce di Midazolam, una benzodiazepina, e sevoflurano, un anestetico ospedaliero; ma anche su quello legato alla morte della suocera Giulia Tateo, la ottantanovenne madre di Isabella, e trovata morta nel suo letto, proprio come la figlia, il 9 ottobre 2021, ventidue giorni esatti prima di lei.
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La donna abitava in un appartamento comunicante con quello della figlia e del genero ed è deceduta durante la notte, poi trovata la mattina dal nipote, il figlio minore di Isabella e Giampaolo. La mattina successiva, Amato era di turno di reperibilità al Pronto soccorso.
La salma dell’anziana è stata riesumata poche settimane dopo la morte della figlia, per volere del fratello di Tateo (e zio di Isabella): l’intento, duplice, era quello di chiarire un eventuale problema genetico che avesse potuto accomunare le due donne e, soprattutto, di fugare i dubbi più oscuri sulle cause del decesso dell’anziana.
Dubbi che potrebbero essere drammaticamente confermati: le analisi preliminari del medico legale Guido Pelletti, nominato dalla Procura, e dai consulenti dei familiari di Linsalata – rappresentati dagli avvocati Maurizio Merlini e Francesca Stortoni – hanno rivelato come anche l’anziana fosse positiva a "Midazolam e al suo metabolita", con "sospetta presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone". Si tratta però di "esiti preliminari, necessitanti di indagini di conferma". Tempo prima Tateo aveva subìto un intervento chirurgico, ma si tratta di mesi prima del decesso: l’eventuale presenza di sevoflurano non parrebbe così giustificabile.
L’indagine per il decesso è aperta e Amato è indagato pure per quest’omicidio. Ma l’impianto è ancora tutto da definire e continua il lavoro dei carabinieri del Nucleo investigativo coordinati dal pm Domenico Ambrosino.
Interrogato sulla suocera, l’indagato disse: "Mi adorava. Scherzavamo sempre sul fatto che se avessimo mai litigato io e Isabella, sua madre avrebbe tenuto la mia parte. Soffriva però dopo avere saputo della mia relazione extraconiugale e di recente era diventata più fredda, distaccata. Qualche volta andavo a trovarla, salivo a salutarla, e qualche volta l’ho chiamata". Il movente per questo presunto gesto, potrebbe essere stato economico.