Bologna, 11 aprile 2023 – Giampaolo Amato, accusato di aver ucciso la moglie Isabella Linsalata con un cocktail letale di farmaci, è specialista in Oftalmologia e in Medicina dello Sport. Dopo avere conseguito un dottorato in Scienze Neurologiche, per sette anni è stato medico sociale della Virtus. Inoltre, ha esercitato la professione all’ospedale Maggiore di Bologna, tanto che risulta essere ancora dipendente Ausl, ha uno studio in via Bianconi. (le videotestimonianze).
Amato è stato da 2013 al 2020 il medico sociale delle Vu Nere. Per anni è stato inoltre nella sfera Virtus per quanto riguarda i pazienti con problematiche oculari, e poi ne è diventato a tutti gli effetti il referente medico.
Ma c’è anche un passato da giocatore: da giovane ha calcato i parquet fino alla Serie D, un all-around di 185 centimetri che in carriera ha coperto tutti i ruoli, eccetto quello di playmaker.
Amato, sebbene sia ancora dipendente dell’Ausl di Bologna, dal primo aprile risulta 'fuori turno’ (ovvero non in servizio) dall'ospedale Maggiore di Bologna. Il caso è affidato al pm Domenico Ambrosino.
Il medico 64enne, che nel primo interrogatorio dopo l'arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma durante le indagini, quando è stato sentito dagli inquirenti, ha sempre risposto e si è dichiarato innocente.
E’ difeso dagli avvocati Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna: i legali hanno già fatto ricorso al Tribunale del Riesame, impugnando l'ordinanza di custodia, e sono in attesa della fissazione dell'udienza.
Sotto lo studio, le testimonianze dei condomini
Lo conoscevo da tanto tempo - racconta uno dei condomini dell’edificio di via Bianconi 6 dove il dottor Amato e la moglie Isabella Linsalata vivevano - e rimango senza parole per questa notizia. Lui è stato l’oculista di mio padre, mentre lei è stata per anni il nostro medico di base. Non so molto del loro rapporto, ma non ci sono mai state avvisaglie di qualcosa che non andasse. Quando seppi della morte della dottoressa rimasi stupito, ma da poco aveva perso sua madre quindi una spiegazione in qualche modo me l’ero data. Non ricordo, in quel periodo, di aver notato niente di strano sinceramente. Dopo la morte della moglie, ho incontrato il dottor Amato qualche volta ma ci siamo scambiati solo qualche parola veloce e non abbiamo mai affrontato l’argomento”.
Mi dispiace tantissimo - le parole di una signora che abita al civico 3 di via Bianconi, dall’altra parte della strada rispetto al condominio doveva viveva la coppia - conoscevo personalmente il dottor Amato e la moglie. Lui mi ha sempre dato l’idea di essere una brava persona. Quando la dottoressa morì un anno e mezzo fa, ricordo di aver pianto molto. Non ho mai notato niente di strano, ma è poi difficile capire quello che una persona ha dentro in questi casi. Io non ci credo, non riesco a pensare che una persona possa arrivare a tanto e spererò fino in fondo che non sia vero. La signora Isabella era una creatura straordinaria, una grande professionista, la vedevo sempre correre per tutti i suoi impegni. Quando è morta ho subito pensato a una brutta fatalità”.