REDAZIONE BOLOGNA

Giampaolo Amato, in carcere per omicidio a Bologna, il Riesame: “Potrebbe commettere altri reati”

Il medico è accusato di aver ucciso la moglie, Isabella Linsalata. Le motivazioni del Tribunale della libertà: “Organizzò il delitto perfetto”

Bologna, 29 maggio 2023 – Giampaolo Amato ha una “straordinaria capacità di accreditarsi agli occhi degli altri, mistificando la realtà”. E l’omicidio di sua moglie Isabella Linsalata, il 31 ottobre 2021, “si avviava a essere il delitto perfetto”

Giampaolo Amato, ex medico Virtus, in carcere con l'accusa di omicidio
Giampaolo Amato, ex medico Virtus, in carcere con l'accusa di omicidio

Così il tribunale del Riesame ha motivato il rigetto del ricorso dei difensori, ad aprile, e la conseguente conferma della custodia in carcere per il medico di 64 anni, accusato dalla Procura di aver ucciso la moglie, di 62 anni, con un cocktail letale di farmaci. Amato, per il Riesame, avrebbe “premeditato con freddezza l’omicidio”, e la sua “condizione di padre di famiglia e stimato professionista non ha minimamente valso a frenarlo da concepire un atroce crimine, progettarlo, eseguirlo e occultarlo con insistite e callide manovre”.

Perciò, potrebbe commettere altri reati, “per gelosia o per vendetta”, nei confronti dell'altra donna con cui aveva una relazione (e che lo ha lasciato) o della cognata, che ha denunciato la precedente somministrazione di benzodiazepine alla sorella e ne ha preteso l’autopsia dopo il decesso.

"Straordinarie capacità manipolatorie”

Secondo il Riesame, l’oftalmologo, “ha dimostrato di possedere straordinarie capacità manipolatorie e ideative - sintetizza l'ordinanza - di complessi piani criminosi, pertanto, potrebbe procurarsi farmaci letali anche tramite canali non ufficiali, convincere le possibili vittime a recarsi all'interno del suo domicilio” (evidentemente in caso di eventuali arresti domiciliari) “o affidare ad altri la materiale realizzazione di condotte lesive, assumendo il ruolo di mero mandante”.

Il rischio quindi, per il tribunale, è che possa continuare anche la condotta persecutoria nei confronti della giovane con cui aveva una relazione: “Dalle intercettazioni è emersa l'ossessione” nei confronti di questa donna e “il forte rancore” determinato dalla decisione di interrompere il rapporto all'indomani della notizia del procedimento per l'omicidio della moglie.

Se sussiste il rischio di reiterazione, per i giudici non c'è invece quello di inquinamento probatorio:

Amato "non ha compiuto alcuna attività concreta per ostacolare le indagini e ha contribuito, nel corso dei suoi interrogatori, a ricostruire i fatti materiali (sia pure, sul piano delle accuse, cercando di tenersi indenne da ogni responsabilità)”.