Quando pensa a Bologna, Giacomo Poretti dice di ricordare le passeggiate a tarda notte, dopo gli spettacoli a teatro, sia con Aldo e Giovanni (il trio comico più famoso di Italia da oltre trent’anni) sia con Daniela Cristofori, compagna di palcoscenico e di vita. In una "piazza Grande – la chiama così – deserta", dove non passeggia più nessuno e, per questo, "magica".
Chissà se dopo l’incontro di stasera, alle 21, all’Arena del Sole, percorrerà di nuovo le vie ’spente’ del centro storico.
Il comico sarà, assieme al professore e scrittore Alessandro D’Avenia, sul palco di ’Cercatori di infinito’, ciclo di incontri curato da Alberto Savorana.
Durante il colloquio i personaggi accettano di confrontarsi sulle domande costitutive dell’essere umano, ospiti dell’associazione Incontri Esistenziali (llumia è tra gli sponsor). L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Giacomo Poretti, stasera parlerà anche di fede e spiritualità. Lei crede in Dio?
"Lo ha detto anche Jovanotti in un’intervista qualche giorno fa: come si fa a stare senza Dio? È praticamente impossibile, no?"
Si spieghi...
"È impossibile umanamente. Come mai siamo capitati tutti qua?
Penso sia importante chiederselo e mi pare che ultimamente non lo si faccia più".
Parla di una questione generazionale?
"No, anziani o giovani non fa differenza. Ho la sensazione che l’argomento non venga affrontato".
Crede che ci sia un destino o un piano divino dietro alle nostre vite?
"Dire in maniera sbrigativa che tutto dipenda dal caso mi sembra troppo poco. Bisogna interrogarsi, chiedersi da dove veniamo".
Perché non ci si pone la domanda?
"Mi sembra che il clamore della vita moderna non dia spazio all’introspezione".
Ma lei cosa si risponde quando se lo chiede?
"Io credo in Dio. Ma non ho la presunzione di dire che siccome io credo, debbano credere tutti".
Ai suoi spettacoli raccoglie platee trasversali: molti spettatori sono giovanissimi. Che rapporto ha con le nuove generazioni?
"Direi buono. Sono contento di incontrare i ragazzi, dialogare con loro e sono molto curioso di vederli all’opera in un mondo che è totalmente cambiato rispetto a quello in cui sono cresciuto io".
E in questo mondo lei come si trova? Che rapporto ha con la tecnologia, per esempio?
"Sono un boomer che cerca di stare al passo. La tecnologia è molto utile, ma dev’essere usata al servizio dell’uomo, mentre a volte si ha la sensazione – il timore, forse – che questa si sostituisca completamente agli esseri umani. E noi, anziché rendercene conto, ne abusiamo".