FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Gesti al PalaDozza e Daspo. Il patron del Trapani al Tar

Valerio Antonini fa ricorso contro le limitazioni seguite al match con la Fortitudo. "Ci sono innumerevoli precedenti nel mondo dello sport, misura mortificante"

Gesti al PalaDozza e Daspo. Il patron del Trapani al Tar

Il presidente del Trapani Valerio Antonini al PalaDozza

Bologna, 29 agosto 2024 – Era il 9 giugno scorso e la partita al PalaDozza era decisiva: gara quattro tra Trapani e Fortitudo. Sia i bolognesi sia i siciliani si giocavano la serie A. Nell’ultimo quarto, a pochi secondi dalla fine, ecco il gesto della bufera: il presidente degli Shark, Valerio Antonini, al tiro libero sbagliato di Freeman fa il gesto dell’ombrello. Movimento che avrebbe poi tentato di ’camuffare’ grattandosi il capo. Ma che non è sfuggito agli avversari. E all’Anticrimine: il 13 luglio la Questura gli ha notificato il Daspo. Dalle limitazioni peraltro modeste: un anno di interdizione alle partite di basket a esclusione di quelle della sua squadra, cui può partecipare previo "accorgimenti di prudenza" come entrare dieci minuti dopo l’inizio e uscire dieci minuti prima della fine.

Un provvedimento comunque inaccettabile per il presidente. Il quale, con i suoi avvocati Gabriele Bordoni e Carlo Zaccarini, ha fatto ricorso al Tar. Ricorso cui i suoi avvocati hanno allegato una nutrita lista di ’precedenti illustri’, con tanto di foto, di volti noti dello sport e non che, in contesti simili, si lasciano andare a gestacci, sfottò e affini. Che, per l’avvocato Bordoni, "sono stati sempre tollerati".

Il primo esempio arriva proprio dallo stesso campionato di basket di A2, durante il quale, anni fa, il sindaco di Trieste mostrò entrambe le dita medie a un giocatore avversario. La notizia fece scalpore, "ma senza drammi", chiosa Bordoni. Si sprecano poi gli esempi calcistici citati: da Massimo Moratti che fa il gesto dell’ombrello a Ronaldo dopo il gol della vittoria del derby (era il 2007) alle provocazioni di Lotito, a Galliani... "Il fatto che il momento d’esaltazione sportiva abbia portato allo slancio di un gesto fugace e soprattutto che non aveva potenzialità di innescare meccanismi di percolo non permette di tollerare limitazioni mortificanti – chiude il legale –. Il punto del Daspo non è invitare alla buona educazione, ma evitare situazioni di pericolo. Qui non ce n’erano. Nello sport certe esternazioni sono tollerate se non hanno la potenzialità di provocare reazioni violente. Al PalaDozza il clima era incandescente già prima e il pubblico fortitudino ha reagito come una qualsiasi tifoseria nella stessa situazione: non c’è prova che c’entrasse il gesto del mio assistito, travisato e fugace al punto da essere notato solo dalle telecamere, non dai presenti".