Garisenda, un altro incontro. Ecco il programma dei lavori

Per la messa in sicurezza 2,4 milioni. Per la torre ci sarà una struttura esterna .

Palazzo d’Accursio e il ministero della Cultura hanno raggiunto un accordo sul cronoprogramma per la messa in sicurezza della Garisenda. Operazioni che verranno finanziate con parte del finanziamento destinato dal Mic, provenienza Pnrr. La cifra precisa – estrapolata dal totale dei cinque milioni totali – è di 2 milioni e 400mila euro, dettaglio messo nero su bianco nella bozza d’accordo approvata ieri all’ultimo summit tecnico, che si è tenuto a Roma. Nel report anche il cronoprogramma trimestre per trimestre, che va dall’inizio del 2024 fino alla metà del 2026, scadenza per l’utilizzo dei fondi dal Pnrr. Questo il cronoprogramma: attività di studio e rilievo dal primo trimestre del 2024 al secondo trimestre del 2025. Mentre le prime restituzioni delle indagini di rilievo, l’individuazione degli interventi urgenti di messa in sicurezza e l’individuazione del progettista avverranno nel secondo trimestre di quest’anno, quindi da aprile a giugno. La progettazione della messa in sicurezza partirà ad aprile e finirà entro il terzo trimestre del 2024, con l’approvazione – come anticipato dal sindaco Matteo Lepore – che ci sarà entro dicembre. Nell’ultimo trimestre di quest’anno si effettuerà anche la gara d’appalto, con i lavori per la messa in sicurezza della torre che dall’ultimo trimestre – si legge nel report di Mic e Soprintendenza, condiviso dal Comune – del 2024 si protrarranno fino alla fine del 2025. Infine i collaudi, previsti per tutta la prima metà del 2026. Il restauro partirà a valle.

Il report rilasciato ieri ha partorito anche qualche dettaglino in più su come sarà questa messa in sicurezza. Mandato in soffitta il fantomatico ‘girello’, il report sottolinea però che "la riduzione dello stato tensionale alla base della Torre si dovrà perseguire con la progettazione e realizzazione di una struttura esterna alla torre". Si potrebbe tornare alla soluzione di sostegni, cavi o tiranti, qualcosa di solido e poco invasivo, perché "la struttura dovrà essere, nella progettazione, guidata dai principi del restauro – si legge nel documento –, perciò in particolare il più possibile reversibile, realizzata con l’uso di materiali in grado di minimizzare le interferenze con il bene e preferibilmente esterna alla torre. E dovrà cercare di permettere o impedire il meno possibile ulteriori attività di studio e monitoraggio". Infine, se necessario, bisognerà "incrementare la resistenza della muratura".

Lo scambio di documenti di questi giorni e il summit di ieri hanno sollevato un dibattito tra tecnici, ma senza particolari criticità. Il pressing del ministero ha funzionato, ha vinto la linea del Mic, e il Comune ha potuto modulare secondo i suoi desideri alcuni interventi. Certo, da adesso al 2026 bisognerà correre, il Mic è stato chiaro. "Abbiamo ribadito l’assoluta necessità di mettere in sicurezza la Garisenda nel minor tempo possibile – ha dichiarato la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, in prima linea sul tema da tempo –, i bolognesi sono allergici ai troppi annunci, serve concretezza". Decisa anche una campagna ulteriore di rilievi sui materiali, oltre a un laser-scanner da raffrontare con il quadro fessurativo del 1997 e un quadro di sintesi delle indagine diagnostiche già eseguite. Lepore: "Ci sono interlocuzioni telefoniche tra il ministero e i nostri uffici e si sta lavorando insieme in maniera positiva", ha chiarito il sindaco.

Paolo Rosato