La probabilità di "collasso" per un "ribaltamento retto sotto pendenza per rotazione", prima degli interventi di consolidamento in corso, è "moderata". Mentre la stessa probabilità, però, "post consolidamento", diventa "lieve", senza interessamento della Torre degli Asinelli. Che sarebbe invece interessata qualora si verificasse un "ribaltamento in diagonale" della Garisenda. Quanto alla possibilità di una "implosione" della stessa, invece, il grado del pericolo di un collasso sarebbe lo stesso, cioè passerebbe da moderato prima dei lavori a lieve successivamente ai cantieri.
Sono alcuni, interessanti, passaggi del ‘Piano di stralcio di Protezione civile per l’area delle Due Torri’, allegato a una delibera di giunta e varato il 31 ottobre 2023 per integrare il precedente. Quest’ultimo, datato 15 aprile 2016, era totalmente sprovvisto di riferimenti alla Garisenda. Il piano attuale invece dettaglia, per larga parte, quello che il sindaco Matteo Lepore ha spiegato tre giorni fa in conferenza stampa, ovvero l’entrata in vigore di un piano di allerta a tre colori (giallo, quello attuale, poi arancione e rosso). In più, nel piano vengono fuori meglio i contorni della cosiddetta ‘zona rossa’, accanto alla comparsa per 19 volte in 39 pagine della parola ‘Asinelli’. Che non è in pericolo come la Garisenda, sia chiaro, ma che è lì di fianco e che viene monitorata con uguale attenzione.
Dal collasso statico, catalogato negli eventi ‘senza preannuncio’, si passa, nel piano, anche a parlare di altri eventi simili nelle cause, imponderabili e non. Come un sisma, gli incidenti, i temporali. Anche i disastri aerei. Tutte cautele e precauzioni, ha spiegato il Comune nei giorni scorsi, che contemplano scenari estremi. Nel caso dei terremoti, per un allarme rosso servirebbe un "rilevamento con accelerazione 0.175 g a una distanza inferiore a 50 km".
Per quanto riguarda la ‘zona rossa’, invece, come noto considerando un’ipotesi di ribaltamento "a 360 gradi" l’area "di potenziale impatto massimo è un cerchio di raggio a 100 metri". Il piano approfondisce tutte le vie deviate, gli itinerari verso gli ospedali, gli obblighi in caso di evacuazione. Poi, la ‘gemella’. "E’ evidente che qualora fosse la Torre Asinelli a subire danni e procurarne anche alla Garisenda, i dispositivi di intervento e soccorso previsti saranno i medesimi stante la contiguità delle Due Torri".
Intanto è stata resa nota la data del del consiglio straordinario sulla Garisenda, chiesto da parte delle opposizioni: si terrà il 20 novembre. Ieri sull’ipotesi della tutela Unesco per la Torre si è espresso Enrico Vicenti, segretario generale della Commissione nazionale italiana per il bureau: "Un iter lungo e non scontato, il riconoscimento non la salverebbe".
All’attacco, sul Piano, va Fratelli d’Italia. "Dal piano di Protezione Civile emerge quello che Lepore e i suoi non stanno dicendo ai cittadini, nemmeno in conferenza stampa – insiste il capogruppo Stefano Cavedagna –. Nel piano si parla di un rischio ‘moderato’ di collasso della Garisenda senza preavviso, con rischio di coinvolgimento anche della Torre Asinelli e della Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano. Oltre al collasso statico, con ipotesi di ribaltamento o implosione, ci sono rischi evidenti legati ad eventi sismici o atmosferici. Perché queste informazioni non vengono fornite ai cittadini? Non capiamo la grave azione di omissione di dati e indicazioni ai bolognesi, che sono preoccupati da questa situazione. Se già è emerso chiaramente che la giunta non ha gestito a dovere la Torre fino ad ora – continua –, si scopre adesso che non vengono comunicati correttamente i rischi e le conseguenze. Tutto questo si può apprendere dalla semplice lettura del Piano, che nessuno dica che noi di FdI procuriamo falsi allarmi".